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CRONACA

1° Novembre 2014: l’agghiacciante ricostruzione. 23 Ottobre 2015: Giustizia per Gilberta

Redazione Sora24
Redazione

Era uscita per una passeggiata la mattina del 1° Novembre 2014. Faceva caldo, era una bellissima giornata, sembrava quasi primavera. Arrivata in località San Martino a Broccostella, fu aggredita alle spalle e fatta cadere nel fossato accanto alla strada. Lei gridava, cercava di difendersi da un tentativo di palpeggiamento. Per zittirla, calci in faccia con scarponi da lavoro. Tramortita, fu caricata e trasportata, chiusa nel bagagliaio di un auto come un sacco della spazzatura, in località Carpello, una zona impervia di Campoli Appennino. Poi fu prelevata e fatta precipitare dall’orlo di un precipizio. Il suo corpo rotolò giù fino a metà della costa. Infine venne raggiunta e colpita alla nuca con un sasso da 5/6 kg. Non morì subito, perché il suo corpo esanime venne ritrovato il giorno dopo in posizione diversa. Era uscita per una passeggiata la mattina del 1° Novembre 2014, si chiamava Gilberta Palleschi, era di Sora, aveva 57 anni ed era un’insegnante inglese. Il suo cadavere venne trovato dai Carabinieri il 10 Dicembre 2014, 39 giorni dopo la scomparsa: chi c’era non dimenticherà mai quel pomeriggio illuminato da un sole spento.

Per rispondere alla serie di reati sopra riportati, comparirà in aula a Cassino, il prossimo 23 ottobre Antonio Palleschi, reo confesso dell’omicidio della povera Gilberta, per il quale il Gip (giudice per le indagini preliminari) Donatella Perna ha disposto la procedura di giudizio immediato. In questi mesi si è parlato di giudizio abbreviato e di perizia psichiatrica, una linea che la difesa avrebbe preso in considerazione con l’obiettivo di provare l’incapacità di intendere e di volere del suo assistito.

Di parere opposto è chiaramente l’accusa, rappresentata dal legale della famiglia Palleschi, Avv. Massimiliano Contucci. Queste le dichiarazioni che ci ha rilasciato stamane: «Non crediamo all’incapacità di intendere e di volere, per quanto ci riguarda c’è la premeditazione. Si parla del coma dopo l’incidente nel quale l’imputato fu coinvolto anni fa, ma per determinare un’alterazione patologica delle funzioni cerebrali ci vuole ben altro a nostro parere. In ogni caso, per quanto ci riguarda, l’accusato è una persona che aggredisce le donne dal 1997, come riportato nei risultati di nostre ulteriori indagini, che sono svolte su altre aggressioni che hanno preceduto quella alla povera Gilberta che saranno acquisite in Corte d’Assise. Questa è la volta buona per non farlo più uscire dal carcere».

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