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POLITICA

“Legalità, negazionismo e massoneria” (di Maurizio D’Andria)

Redazione Sora24
Redazione

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa a firma di Maurizio D’Andria.

«C’è una legge non scritta che provo ad osservare come primo precetto… cerca di essere onesto con te stesso. Va da sé che tutto quanto è palesemente disonesto mi da molto fastidio. Così la questione turbogas… circondata da tanta di quella disonestà (morale, intellettuale, amministrativa e giuridica) che la metà basta e avanza a far impallidire anche la bonanima di Bruto che pure uccise il grande Cesare suo padrigno a coltellate nella schiena.

Ma se la presunta disonestà della Burgo SpA è in qualche modo immaginabile (non giustificabile), così quella delle persone ad essa legate … quello che non capisco è la apparente non curanza (non posso usare i termini giusti per motivi precauzionali) degli organi di controllo, delle istituzioni e addirittura della magistratura e del tribunale di Cassino. Un giudice presenta una formula matematica basata su dati errati (potenza dell’impianto cogenerativo/turbogas pari a 75 MW e non 115,564 MW come dichiarato da stessa Burgo SpA, Vigili del Fuoco, Arpa Lazio e Provincia di Frosinone) già anticipati da una coppia di CTU che in udienza proprio per quel dato dichiarano di “essersi sbagliati” e che per buttare fumo negli occhi arrivano a scrivere che 16 + 16 + 60 = 72… un ingegnere e un architetto… (e perciò pure da mettere al gabbio e buttata la chiave prima di essere radiati dai rispettivi albi professionali e buttati fuori a calci da ogni tribunale dove si presentano come CTU) e assolve 3 funzionari di Regione Lazio rei di aver violato palesemente la Legge sulla Valutazione di Impatto Ambientale (DPR del 12/4/96) pure accertato da stessi CTU da mandare al gabbio. Un altro giudice conclude un procedimento “d’urgenza” promosso da 104 cittadini sorani contro Burgo SPA, Regione Lazio, Provincia di Frosinone e Comune di Sora basandosi su motivi apparentemente modesti (avanzati da altro CTU che fa copia e incolla delle dichiarazioni dell’azienda incriminata e perciò….) e non considera fatti ben più importanti e acclarati da ispezioni del personale di Polizia Giudiziaria (Corpo Forestale e Carabinieri offesi e presi per il culo a questo punto) che contesta addirittura il “disastro ambientale” nonché da stessa ARPA Lazio Rieti – direzione generale, che interviene con 14 pagine di prescrizioni operative per la società pure portate all’evidenza del giudice.

Scritte evidentemente perché ce ne era motivo e non solo per “salvare l’onore” infangato da dipendenti della sezione di Frosinone di cui ben 6 (ora 5 per morte di 1) sono stati rinviati a giudizio per il contestato reato di falso in atto pubblico commesso proprio in ambito Cartiera del Sole – Burgo SpA, azienda di cui dovrebbero essere i controllori… almeno stante al loro profilo istituzionale ove si professa la mission di “difensori dell’ambiente e delle popolazioni”… e invece “………..” come nei casi acclarati dalla Procura di Frosinone e come stanno a dimostrare i numerosi e feroci reati ambientali perpetuati impunemente in questa disgraziata provincia di frontiera (ricordo i valori delle analisi delle acque del fiume di Anagni dove morirono avvelenati pesci e bestiame, abbassati di 1000 volte e perciò dichiarati “normali”). Si arriva così a un terzo procedimento, penale, a carico dei 5 funzionari di ARPA LAZIO FROSINONE (30 marzo) dopo due rinvii di un anno per “errata notifica”, perché presumibilmente (devo pensare) chi prepara gli avvisi di comparizione sa contare solo fino a 5 (per cui gli spetta una promozione). Due rinvii per errata notifica, inviata due volte a 5 imputati e non ai 6 imputati. Come dice il proverbio? “il pesce puzza dalla testa” e qui di puzza se ne sente tanta.

Sono perciò stato costretto, nel tempo in cui non mi avete letto, a segnalare alle Autorità di grado superiore la “anomalia” del caso perché “a rischio prescrizione”. Ora, il caso (?) ha voluto che il giudice che per ben 2 volte aveva rinviato l’udienza di inizio causa per l’errate notifiche agli imputati abbia lasciato questo procedimento ad altro giudice e che pure il Padreterno sia intervenuto richiamando a se uno dei sei, cosicchè anche chi sa contare fino a 5 ora possa fare il proprio dovere…. altrimenti ci penserà il Padreterno che di Giustizia se ne intende parecchio. Dunque, prima udienza contro i 5 funzionari di ARPA LAZIO FROSINONE prevista per il 30 marzo… a Giustizia terrena e a Dio piacendo. E l’intervento scritto di ARPA LAZIO Direzione Generale di Rieti del 15 settembre 2015 a difesa “del proprio onore” cosa diceva?

Ben 14 pagine di prescrizioni fitte fitte di avvisi e azioni puntuali per la Cartiera del Sole – Burgo SpA …che fine hanno fatto? Perchè la Direzione Generale di ARPA LAZIO RIETI non controlla cosa non fa ARPA LAZIO FROSINONE? Perché quanto scritto in quelle 14 pagine non trova applicazione nei fatti? Ci sono delle “omissioni di atti d’ufficio” compiute da qualche ente e soggetto responsabile? E sono passati già due anni dall’emanazione di dette prescrizioni. Ho posto perciò la domanda a chi può dare una risposta… 3 Procure di cui una è Cassino (da cui non mi attendo nulla, almeno che non ci sia un GIP, un PM con le palle che dica NO, ma non ci spero).

Tic…tac…tic…tac…tic…tac…tic…tac… tic…tac…tic…tac… tic…tac…tic…tac…

Ecco cosa ho chiesto. “Per quali motivi le prescrizioni dettate da ARPA LAZIO, Direzione Generale di Rieti rivolte alla azienda Cartiera del Sole – Burgo Group SpA di Sora, come riportate nel documento di stessa ARPA LAZIO RIETI doc. prot. n.0071898 del 09/11/2015 di oggetto “AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE – Società Burgo Group SpA” a firma del Dirigente Responsabile Staff A.I.A., Ing. Rossana Cintoli, ad oggi non sono state ancora realizzate dalla società in questione, particolarmente per quanto riportato a pagina 14 a proposito delle emissioni in atmosfera, di cui si dice: “Si osserva inoltre che il camino E300 ha altezza pari a 30 mt, mentre secondo le Norme di Attuazione del Piano di Risanamento dell’Aria della Regione Lazio (art. 6 punto 4) gli impianti con potenza termica compresa tra 100 MWt e 300 MWt (115 MWt è la potenza tecnica dichiarata dal Gestore) devono avere un camino alto 50 mt. Il Gestore pertanto dovrà verificare quanto richiesto all’art. 6 comma 4 delle succitate Norme di Attuazione utilizzando le formule del relativo Allegato 2 Procedura tecnica n. 1, in tutte le condizioni operative dell’impianto. Stesso dicasi per il camino bypass E301”. A chi tocca controllare che l’azienda si metta in regola?

La Provincia di Frosinone ha rilasciato una nuova A.I.A.? Ha previsto le prescrizioni di ARPA LAZIO RIETI?

Tic…tac…tic…tac…tic…tac…tic…tac… tic…tac…tic…tac… tic…tac…tic…tac…»

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