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CRONACA

Lettera di una cittadina sorana sulle “avventure” di quegli “strani” esseri chiamati “Pedoni”

Redazione Sora24
Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera inviata da una cittadina sorana.

«Cara redazione, devo dare un annuncio sconvolgente… Per le strade di Sora si aggirano strani esseri che usano le gambe per spostarsi da una parte all’altra della città! Si chiamano “Pedoni”. Perdonate il sarcasmo. Sono, mio malgrado, una cittadina sorana, indignata dallo stato di degrado e abbandono in cui si trova la nostra Città , e come tale sono convinta di avere diritto ad una Sora decente. Mi riferisco alla viabilità per quanto riguarda, appunto, i pedoni. E sì, perché vorrei comunicare al sig. Sindaco e a chi dovrebbe occuparsi delle strade di questa Città, che ci sono ancora persone che percorrono le strade a piedi.

Da dove cominciare… beh, tutte le strade fanno alquanto schifo. Dunque, i relativamente nuovi marciapiedi rossi – che facciamo finta siano bellissimi – però peccato che come inizia a piovere diventano scivolosissimi e per poter camminare bisogna, o passare in mezzo alla strada rischiando di essere investiti da qualche auto, o procedere con molta cautela per non rischiare di rompersi la testa cadendo.

E chi scrive non indossa tacchi o scarpe scomode ma, appunto, camminando spesso a piedi, indossa sempre scarpe da ginnastica. (Ritengo che anche chi indossa altri tipi di scarpe abbia diritto ovviamente a poter camminare in sicurezza). Tratto dal ponte di Napoli al ponte Vittorio Veneto, lato Lungoliri Cavour: il solito marciapiede, scivoloso, pieno di cacca e puzzolente di bisogni, non solo del cane… Qui mi rendo conto che è più una questione di educazione del cittadino, a parte la scivolosità del marciapiede.

Una zona terrificante, per quanto riguarda le strade della nostra Sora, è Via Lungoliri Cavour. Partendo dal ponte Vittorio Veneto, (anch’esso con il marciapiede disastrato, con pezzi mancanti, dove si rischia davvero di farsi male), verso il supermercato Conad. Marciapiede destro: nel tratto in cui il marciapiedi si restringe ci sono i cassonetti dalla spazzatura, dove si nota spesso una pessima mira dei concittadini che non centrano con i sacchetti l’interno del cassonetto stesso. Alternativa: Passo sul marciapiedi di sinistra che è completamente dissestato e praticamente sempre occupato da macchine parcheggiate.

Supero i cassonetti e procedo ancora per poco, poiché la rampa del “ponte di legno” è chiusa da un bel po’ e suppongo rimarrà tale fino alla fine dei tempi. Sono quindi costretta ad attraversare e vado sul mini marciapiede del supermercato, spesso ingombro da carrelli e scatoloni dell’esercizio stesso e da auto parcheggiate. Sono così costretta a passare in mezzo alla strada, che si ristringe a causa della rampa del ponte, tra auto parcheggiate e quelle che sfrecciano a tutto gas. Alternativa: prego.

Continuo sul lato sinistro: il marciapiedi è completamente dissestato, gli alberi, non curati, hanno i rami appesantiti dalle tante foglie e, nonostante sia di bassa statura, per poter passare sono obbligata ad abbassarmi, dribblare, schivare per non rischiare di “ciecarmi un occhio”. Continuo a camminare sul lato sinistro, sul lato destro ci sono gli alberi con i rami fino alle radici, e gli “spuntoni” della vegetazione dal fiume, per cui, che ci passo a fare? Il marciapiedi continua ad essere dissestato e gli alberi continuano ad avere i rami bassi…

Il marciapiede sinistro è finito, o meglio, curva a sinistra per la strada parallela, rovinato dalle radici degli alberi, buche, pezzi mancanti…ma io devo andare sul ponte di Vaughan! Attraverso la strada, procedo sul marciapiede di destra, il muraglione del fiume invade con una costruzione incompleta – sospeso dei lavori del Liri Navigabile – da dove fuoriescono dei tubi, e in corrispondenza ci sono sempre i soliti alberi dalla “lunga chioma fluente”.

Ok, sono arrivata a fatica sul ponte. Devo fare attenzione a non cadere nel grosso buco che è nel piccolo marciapiedi disastrato, dopodichè la folta vegetazione che proviene dal fiume mi costringe a passare in mezzo alla strada. Per ora mi fermo qui… E se ci sono difficoltà per chi deambula normalmente, figuriamoci le estreme problematicità che possono incontrare anziani e disabili».

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