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SORA CALCIO – Intervista a Ezio Castellucci: “I ragazzi hanno capito cos’è il Sora per i Sorani, anche per questo siamo in testa”

Redazione Sora24
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Mister Castellucci, il suo Sora è in testa alla classifica, sebbene in coabitazione con la Turris e tallonato da Sarnese e Lupa Frascati. Dopo la sconfitta in coppa a Celano, sono sincero, non mi sarei mai aspettato risultati del genere. Exploit o tutto calcolato?
Non credo si tratti di exploit, bensì di risultati arrivati meritatamente dopo una preparazione dettagliata, paziente e lungimirante. Dal giorno del ritiro fino a oggi tutti i giocatori sono migliorati; abbiamo fatto progressi anche e soprattutto sul piano dell’apprendimento e, quindi, del gioco; l’ottima posizione in classifica, pertanto, è il frutto di un lavoro serio e meticoloso prodotto da una rosa competitiva qual è quella bianconera. Inoltre, il Campionato di Serie D è molto particolare, poiché gran parte dei calciatori che compongono le squadre sono under (17, 18, 19) e quindi poco conosciuti. In tale contesto è difficile fornire giudizi definitivi al termine della campagna acquisti: bisogna attendere qualche mese per capire, fermi restando indicazioni tecniche basilari che saltano subito agli occhi dopo i primi allenamenti, se una squadra è davvero forte o meno.

Un pregio e un difetto del suo Sora.
Il pregio è sicuramente quello di aver capito il valore di questa Maglia. I ragazzi sono ormai consapevoli che il Sora, come dite spesso anche voi, è da quasi 106 anni il grande amore del popolo sorano. Sono responsabilizzati, onorati di far parte di questa storica società: i risultati in campo sono anche la conseguenza di tale convinzione. Quanto al difetto, a volte ci sono fasi involutive, dovute probabilmente all’età, che mettono in secondo piano i tre aspetti fondamentali della vita di un calciatore: l’allenamento, la professionalità, le regole. Ma questi sono aspetti che possono essere limati con il tempo.

A Budoni una gara sfortunata che ha sancito la seconda sconfitta, tra l’altro immeritata, in campionato. Una settimana prima con il Porto Torres, dieci minuti da brivido ad inizio ripresa, superati dai suoi con un po’ di fortuna. Crede anche lei che il “dio pallone” sia in grado di fornire ai campionati una sorta di compensazione indiretta?
Assolutamente no. Questo è un campionato molto equilibrato, dove ogni squadra riesce a sopperire ad eventuali carenze tecniche con l’agonismo, riuscendo quindi a mettere in difficoltà e in alcuni casi a battere team più quotati in classifica, come è accaduto domenica scorsa a Budoni, dove il Sora pur costruendo molto non è riuscito a concretizzare: paradossalmente, dopo tale sconfitta la i ragazzi hanno acquisito più consapevolezza nei propri mezzi. Lo stop in Sardegna testimonia un fatto importante: in questo torneo non esistono “cenerentole”. Quando abbiamo perso con il Progetto S.Elia, ad esempio, ho dichiarato di aver incontrato una signora squadra; i fatti successivi non mi hanno smentito, perché proprio domenica scorsa i cagliaritani hanno conquistato un pari sul difficilissimo campo della Turris.

Il Sora è primo in classifica, ma i tifosi al Tomei sono ancora pochi: perché?
Diciamo innanzitutto che il momento è in generale difficile per tutto il Calcio. Detto ciò bisogna aggiungere un particolare rilevante: gli stadi italiani non sono adeguatamente attrezzati per accogliere gli spettatori anche in condizioni metereologiche proibitive. Nel caso di Sora vs Portotorres, ad esempio, non me la sento proprio di biasimare gli assenti; forse avrei rinunciato anch’io a recarmi allo stadio.  Comunque, preferisco ringraziare di cuore quelli che ci sono vicini: gli altri sono comunque informatissimi e prima o poi, ne sono sicuro, torneranno. Ogni giorno in giro per la città riscontriamo fiducia nei nostri confronti: ci sentiamo apprezzati, amati; i tifosi ci guardano sorridendo, ma senza chiedere nulla. Tuttavia leggiamo benissimo nei loro occhi un incontenibile desiderio di tornare nel calcio che conta.

Sotto la sua supervisione, unita a quella di Antonio Tersigni, del quale noi sorani siamo gelosissimi (il Mister sorride), è ripartito anche il settore giovanile.
Diciamo che questo è l’anno zero. Stiamo costruendo qualcosa di importante per il Sora, forse anche più del campionato. Noi vogliamo che questa società possa vivere grazie ai “prodotti” del suo vivaio. Il Sora del futuro sarà grande solo se riusciremo ad abbattere i costi, e i costi si abbattono dotando la società di un serbatoio dal quale attingere costantemente calciatori pronti per la prima squadra.

Per concludere, una battuta sull’avversario di domenica prossima al Tomei, il Selargius ultimo in classifica sebbene in compagnia di Cynthia e Nola.
La posizione ei sardi non deve trarre in inganno, perché come ho già detto prima ogni squadra di questo torneo ha risorse, non necessariamente tecniche, a disposizione per mettere in difficoltà l’avversario. Sarà una partita molto difficile e per tentare di vincerla avremo bisogno di tutto il sostegno del nostro impagabile pubblico. Fate caso all’entusiasmo con cui ad esempio Branicki festeggia le sue marcature: Piotr ama avere un contatto il più possibile diretto con i suoi tifosi, così come il resto della squadra. I miei ragazzi vogliono far capire ai tifosi del Sora che questa maglia è oramai cucina sulla loro pelle.

Calma Mister, mi sto incendiando…meglio andare avanti. Secondo lei, dopo la sosta natalizia, quante squadre resteranno al vertice per giocarsi la vittoria finale?
Le prime sei, ossia Sora, Turris, Sarnese, Lupa Frascati, Casertana e Torres. Mi sembrano le più attrezzate per arrivare fino in fondo.

Se avesse la bacchetta magica per eliminare una delle sei dalla corsa?
Toglierei la Casertana per due motivi: primo, perché l’ho incontrata ed ho verificato la sua forza; secondo, perché ha in rosa ottimi under.

Lorenzo Mascolo – Sora24

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