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POLITICA

Sora: i dissuasori compiono un anno. Quale è stata la loro utilità?

Redazione Sora24
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Non sappiamo quale sia stato il meccanismo che ha permesso di seminare questi “cosi” arancioni in ogni angolo d’Italia, Sora compresa, e francamente neanche lo vogliamo sapere perché non abbiamo alcuna intenzione di rovinarci la giornata, soprattutto oggi che splende un gradevolissimo sole primaverile. Tuttavia, anche se scopriamo l’acqua calda, ad un anno esatto di distanza dal loro arrivo in terra volsca, dobbiamo fare comunque un bilancio ponendoci una domanda: sono stati utili i venti (anzi 21 perché uno lo hanno bruciato) dissuasori acquistati e collocati nelle strade di Sora per una cifra che, se non andiamo errati, si aggirava intorno ai 20 mila euro?

Per i primi giorni sì, in quanto la gente era convinta che si trattasse di venti autovelox, roba dell’altro mondo perché non esiste in Italia un Comune in grado di potersi permettere venti apparecchiature così costose. Ma quando tutti hanno capito che in quell’oggetto più o meno cilindrico di plastica non c’era proprio niente, ogni cosa è tornata come prima.

In più bisogna aggiungere che la maggioranza dei dissuasori sono stati collocati in posti alquanto scomodi, come ad esempio quello nella foto di copertina, situato alla fine di via Cellaro. Secondo il regolamento, sempre se non andiamo errati, accanto al dissuasore dovrebbe esserci una pattuglia della Polizia Locale addetta al controllo dell’autovelox. Orbene: se i vigili di Sora dovessero svolgere un servizio di controllo in prossimità del dissuasore immortalato nella foto, dove dovrebbero parcheggiare, per aria? Oppure dovrebbero stare a in piedi bordo strada rischiando l’investimento ed “abbuffandosi” dei gas di scarico dei veicoli in transito?

Ancora: dato che i vigili devono essere ben visibili accanto al dissuasore contenente l’autovelox, il dissuasore stesso diventa superfluo in quanto agli agenti è sufficiente parcheggiare la patttuglia a bordo strada e usare lo strumento sul tripode. Insomma, diciamoci la verità: quella dei “Velo Ok” è stata un’iniziativa che si poteva evitare.

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