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CRONACA

Sora: una folla imponente per la riapertura dell’amatissima Madonna delle Grazie

Redazione Sora24
Redazione

Centinaia e centinaia di persone hanno partecipato ieri sera alla fiaccolata che ha sancito la riapertura ufficiale del Santuario Madonna delle Grazie. Una folla imponente ha occupato tutti 400 e più gradini che separano la città dalla chiesa per rendere omaggio alla “Mamma di Sora”. Per raggiungere il Santuario, dato il congestionamento del traffico pedonale, è servita mediamente più di mezz’ora.

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I Sorani attendevano da lungo tempo questo momento, la chiesa era stata gravemente danneggiata dalla scossa di terremoto di magnitudo 4.8 del febbraio 2013. All’inizio sembrava difficilissimo, quasi impossibile riaprirla, ma la tenacia di tutto il popolo sorano, sia quello residente a Sora che quello insediatosi in migliaia di unità nelle Americhe, ha trasformato il sogno in realtà: la Madonna delle Grazie è di nuovo aperta, pronta ad accogliere i suoi fedeli per il tradizionale Mese Mariano cominciato all’alba di oggi.

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Di seguito l’intervento di Alberto La Rocca, che prima della fiaccolata ha riassunto tutto l’iter che ha permesso il raggiungimento di questo importante obiettivo a soli due anni dal sisma.

Siamo alla conclusione di una vicenda su cui noi per primi non avremmo scommesso un centesimo. C’era bisogno di inventarsi qualcosa di nuovo rispetto ai metodi finora utilizzati in occasioni simili, perché il traguardo era veramente troppo ambizioso. La svolta c’è stata quando a gennaio 2014 abbiamo pensato di coinvolgere alcuni personaggi della nostra Città scelti tra i più rappresentativi delle varie tipologie. È lì che sono state proposte tante idee su cui lavorare successivamente, impostando il tutto sulla novità che non si voleva solo chiedere offerte ma si poteva provare ad offrire in cambio qualcosa che regalasse un ricordo, uno spettacolo o una semplice emozione. Sono venuti fuori alcuni eventi importanti, dal teatro dialettale alla partita del cuore con la nazionale attori, dalla raccolta nei bar con i bussolotti alle stampe del maestro Notari, che sono state poi il logo di tutta l’operazione.

Stiamo lavorando alla stesura di un libro, quale ultimo importante evento, in cui gli eventi e le tante fotografie forniranno ampia testimonianza di quanto accaduto. La defiscalizzazione delle offerte e il coinvolgimento di tante aziende del territorio ci hanno consentito di raccogliere la parte più importante dell’intero importo raggiunto. La sorpresa più inaspettata e singolare è che abbiamo scoperto un coinvolgimento totale dei tanti professionisti e artigiani che hanno offerto gratuitamente il loro lavoro e la loro professionalità per la nostra causa. Non finiremo mai di ringraziarli tutti.

Un fraterno e affettuoso pensiero di gratitudine va rivolto ai nostri amici Italo Canadesi che hanno saputo dimostrare tutto il loro affetto alla loro terra d’origine. Resterà indelebile nei nostri cuori la grande emozione della serata Sorana in Canada del 17 settembre 2014. L’importanza di questa operazione e hanno sostenuto il nostro lavoro di comunicazione e sensibilizzazione fin dall’inizio. I lavori sono stati eseguiti con le classiche tecniche del restauro conservativo che hanno consentito oltre al recupero architettonico anche un consolidamento strutturale molto importante, che non è cosa da poco visto che negli ultimi tempi è stato ampiamente alzato il livello di salvaguardia per il terremoto. È bene ricordare che fu proprio la scossa di terremoto del 16 febbraio 2013 a causare la totale inagibilità della chiesa.

Tutti i lavori effettuati sono stati regolarmente autorizzati dagli Enti preposti ed eseguiti sotto la sorveglianza dei tecnici della Curia Diocesana. Anche questa era una sfida perché la chiesa è sottoposta a ben tre vincoli: archeologico, paesaggistico e monumentale. In definitiva è stata un’avventura coinvolgente, entusiasmante che in questi tempi di aridità comunicativa tra le persone ci ha fatto riscoprire e valorizzare alcuni valori di orgoglio, di disponibilità e di amicizia che credevamo sopiti o del tutto dimenticati. Sora ha saputo reagire con grande entusiasmo al fine di preservare e consegnare alle future generazioni un simbolo della propria identità edificato e gelosamente custodito dai propri avi nei secoli passati.

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