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CRONACA

Electric President – S/T (Morr Music, 2006)

Redazione Sora24
Redazione

Dream pop farcito di raffinata elettronica da laptop e ricoperto di morbide glasse folk: è questa la ricetta musicale degli americani Electric President. Niente di più. Eppure S/T, pezzo dopo pezzo, rivela fragranze ben più complesse di un semplice impasto di sostanze melodiche e di fermenti digitali (se volete chiamatela pure indietronica), e quel qualcosa in più sembra essere proprio l’essenza autoriale che Ben CooperAlex Kane riescono ad aggiungere diligentemente in ogni traccia del disco, a cominciare dall’invitante Good Morning, Hyprocrite fino alla conclusiva Farewall, che avvicina il duo ai Grandaddy e ai Radiohead.

httpv://www.youtube.com/watch?v=HBW8ttMQTJ8

Frammenti che fluttuano leggeri come spuma del mare e capaci di racchiudere in un unico afflato la grazia di Ed Harcourt, la genuinità di Joseph Arthur e la malinconia dei Doves svelando, oltretutto, digressioni sonore post-industriali. Un succedersi di brani immediati e apparentemente “facili” che, tuttavia, riescono a cingersi di sfumature psichedeliche e di refrain di stampo sixties (Ten Thousand Lines), trovando in HumSnow On Dead Neighborhoods gli episodi più coinvolgenti dell’intero album d’esordio. Armonie melanconiche, coretti alla Polyphonic Spree (è il caso di Insomnia) e destrutturazioni ritmiche alla Telefon Tel Aviv (Metal FingersWe Were Never Built To Last) che si adagiano delicatamente su un tappeto di effetti acustici e di altri incantevoli artifici. Dieci splendide canzoni di pop contemporaneo che di questi tempi non è così facile trovare in giro.

Luca D’Ambrosio — www.musicletter.it/lucadambrosio

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