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Un’analisi socio-economica sulla crisi della città di Sora

19 Ottobre 2025

L'analisi di Luigi Gabriele sul declino socio-economico di Sora, tra calo demografico, impoverimento produttivo e crisi dei servizi. L’esperimento “Universo 25” diventa metafora di una società che rischia il collasso se non ritrova coesione e visione comune.

Redazione

Negli ultimi anni Luigi Gabriele, esperto consumerista di fama nazionale, ha dedicato un’approfondita riflessione alla situazione socio-economica della sua città natale, Sora.

Le preoccupazioni, spiega, nascono dal costante peggioramento dei servizi sanitari, sociali ed economici che, a suo giudizio, riflettono un decadimento rapido di una comunità un tempo dinamica e prospera. Da questa premessa ha tratto la domanda centrale della sua analisi: «Perché una società apparentemente ricca, con tutte le risorse per prosperare, sta invece declinando?»

Il parallelismo con “Universo 25”

Per comprendere meglio la situazione, Gabriele ricorre al confronto con l’esperimento “Universo 25” condotto dallo scienziato John B. Calhoun negli anni Sessanta e Settanta. In quell’esperimento, un ambiente ricco di risorse ma con spazio limitato portò, nel tempo, a un collasso sociale dovuto a isolamento, apatia e perdita delle capacità riproduttive. Un processo che Calhoun definì “sifone comportamentale”.

Secondo Gabriele, Sora mostra oggi dinamiche simili: «Abbiamo risorse e potenzialità, ma siamo diventati una società disgregata, incapace di cooperare. È il preludio di un collasso sociale se non si interviene con una nuova visione collettiva».

I numeri del declino demografico ed economico

Negli anni Novanta, Sora contava circa 27.000 abitanti e un tessuto economico ancora solido. La popolazione era giovane, il saldo naturale equilibrato e i servizi pubblici sufficientemente efficienti.

Oggi, secondo i dati analizzati da Gabriele, la popolazione è scesa a 24.700 residenti, con un calo dell’8,5% in trent’anni. Nel 2023 si sono registrati 302 decessi e solo 158 nascite, segno di un saldo naturale fortemente negativo. L’età media è salita a 47 anni, mentre l’indice di vecchiaia – 214 anziani ogni 100 giovani – indica un grave squilibrio demografico.

Sul piano economico, il reddito medio pro capite è di 18.460 euro l’anno, inferiore sia alla media regionale (21.500 €) sia a quella provinciale. L’economia è composta in prevalenza da microimprese commerciali e di servizio, con una produttività ridotta. Il declino industriale iniziato tra gli anni Settanta e Ottanta e la mancanza di nuove iniziative imprenditoriali hanno generato un tessuto fragile e frammentato.

Anche il mercato immobiliare riflette la crisi, con valori più bassi rispetto alla media provinciale e numerosi locali commerciali sfitti, segnali evidenti di una scarsa fiducia negli investimenti futuri.

Le proiezioni: rischio spopolamento e perdita di servizi

Se il trend demografico dovesse continuare, secondo Gabriele Sora potrebbe perdere fino al 25% della popolazione nei prossimi trent’anni, scendendo a una fascia compresa tra 18.000 e 21.000 abitanti. Entro il 2100, la città potrebbe contare appena 12.000 residenti, con la conseguente chiusura di scuole, servizi sanitari e strutture pubbliche essenziali.

Un declino aggravato, a suo avviso, anche da un clima politico frammentato e conflittuale, che ha impedito la costruzione di un’economia locale coesa e innovativa. «Senza collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini – osserva – nessuna risorsa può bastare. È la società stessa che si autoisola e si impoverisce».

Un futuro da creare insieme

Nel suo saggio, Gabriele propone una lettura sociologica e, al tempo stesso, un monito per la comunità locale. L’analista invita a un nuovo patto sociale fondato su cooperazione, dialogo e innovazione, capace di invertire la tendenza e restituire alla città una visione di lungo periodo.

«Solo un progetto condiviso, con obiettivi concreti e inclusivi, può guidare Sora verso una rinascita economica e sociale» afferma, ipotizzando la nascita di un’iniziativa comune che dal 2025 proietti la città al 2045, con un modello di sviluppo autosufficiente, sostenibile e aperto ai giovani.

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