Durante un’escursione sul Monte Tarino, il gruppo ha trovato rami posizionati di proposito per mettere in pericolo i ciclisti in discesa.
La montagna, sempre più scenario di selfie, influencer e improvvisati avventurieri, viene spesso sfruttata come palcoscenico per esibire imprese sui social. Ma quando l’inciviltà si trasforma in un rischio concreto per chi la vive con rispetto, il confine viene superato. È quanto accaduto domenica scorsa ai soci del Cai Sora BikerSorani, impegnati da anni nella cura e nella salvaguardia dei sentieri locali.
Durante un’escursione sul Monte Tarino, lungo la discesa verso Monna Forcina, il gruppo ha trovato ben venti rami posizionati di traverso, nascosti e appoggiati in modo subdolo per ostacolare i passaggi delle biciclette lanciate in velocità. Un’azione pericolosa e premeditata: i rami, come confermato da testimoni, non erano presenti un’ora prima.
«Questa non è più montagna»
«Un gesto vile ed esecrabile che dimostra il livello di inciviltà raggiunto nelle terre alte», hanno commentato i membri del gruppo, ricordando come i continui soccorsi a escursionisti sprovveduti confermino la deriva in atto. «Non c’è rispetto per i sentieri, per i tempi della montagna e per chi la vive», proseguono, invitando tutti a un maggior senso di responsabilità e a denunciare ogni comportamento contrario alle regole basilari di rispetto della natura, da chi vandalizza le vette a chi mette in pericolo la vita degli sportivi.
Fonte: Club Alpino sez. Sora