
httpv://www.youtube.com/watch?v=OB8tW_zpO84
Un lavoro, quest’ultimo, che mette in luce la sensibilità di un personaggio che continua a scavare nel passato portando in superficie storie e ricordi dell’infanzia ma anche amori travagliati e umane rassegnazioni attraverso un sottile equilibrio esistenziale fatto di canzoni come Way Go, Willy, You Better Mind, Johanna The Row-di e Rain and Snow. Un altro disco insomma che, eccezion fatta per Relief di Robert Sylvester Kelly, ricompone e riattualizza superbamente un folklore ormai dimenticato da cui vengono fuori passaggi di una bellezza cristallina quali Pretty Fair Damsel, Kedron e Climbing High Mountains da cui si leva ancora una volta la voce toccante, elegante e soave del nostro cantastorie. Un songwriter che si muove abilmente tra folk e dream pop, tra memoria e presente, tra angoscia e lievità, capace oltretutto di osare qualcosa in più; e quel qualcosa in più non sono altro che le lievi incursioni sperimentali inserite nell’iniziale How Come That Blood e nella conclusiva (e personale) Red che spingono un po’ più in là i confini di quest’ultima meraviglia registrata in Islanda ai Greenhouse Studios. Gli arrangiamenti orchestrali di archi, ottoni e fiati sono affidati come al solito all’impareggiabile Nico Muhly mentre la produzione è, per la seconda volta consecutiva, di Valgeir Sigurðsson che pubblica con la sua Bedroom Community questa quarta fatica di Sam Amidon. Un altro capolavoro di grazia e leggerezza da non farsi sfuggire assolutamente: merce sempre più rara di questi tempi…
Luca D’Ambrosio — www.musicletter.it/lucadambrosio


