CRONACA

Tratta Cotral Sora – Roma: le domande di un lettore

22 Marzo 2017

Torniamo sul problema che devono affrontare i pendolari della tratta Cotral Sora – Roma, con la testimonianza di un nostro lettore, che pone alcune domande a cui saremo lieti di pubblicare una risposta.

Torniamo sul problema che devono affrontare i pendolari della tratta Cotral Sora – Roma, con la testimonianza di un nostro lettore, che pone alcune domande a cui saremo lieti di pubblicare una risposta.

Dopo l’articolo di Matteo Perna sui disagi generati dalla Cotral (clicca qui per leggerlo), ci scrive Carlo.

«Essendo un pendolare lavoratore da circa 15 anni, usufruendo del trasporto pubblico in oggetto, non solo posso testimoniare a favore degli studenti e dei lavoratori che lamentano i disagi giornalieri, ma posso dare una visione più completa del quadro.

Il sovraffollamento che affligge la tratta Sora – Roma e viceversa sugli autobus Cotral, oltre a generare lo “stop” del servizio pubblico, crea un vero e proprio ingorgo umano sulle fermate dei bus. Infatti, molte persone, per cercare di ovviare al problema, percorrono chilometri di strada per accaparrarsi la fermata più vicina al punto di partenza, per tentare la fortuna e ottenere il “posto a sedere”. Cosi facendo, si assiste a fermate “Pollaio”, composte da decine di persone che sfociano in strada, formando dei veri chek point sulla carreggiata di arterie importanti.

Ancor più assurdo e la famosa pratica del “pit & stop” che, a detta del conduttori dei bus, è un atto dovuto per restare in regola nel trasporto del pubblico. Gli autobus, dopo aver percorso pochi chilometri e una decina di fermate, dopo aver inglobato un numero sufficiente di passeggeri (per il quale le persone restano in piedi), si fermano e fanno quella che ormai e la routine: chiamano il deposito per aver in sostegno un altro bus (che spesso corrisponde a quello previsto alla corsa successiva), creando il blocco complessivo di due automezzi e due autisti, con tutti i conseguenti ritardi mostruosi (che contano ore) in cui, forze dell’ordine non arrivano sulle strade, insegnanti mancano alle aule, infermieri e medici non sono in corsia, e cosi via.

Mi domando:

Spero che, sensibilizzare il problema, non sia solo iniziativa di chi viaggia oggi su questa tratta, ma che sia di tutti, enti, cittadini, e istituzioni, poiché restare tagliati fuori dalle grandi città è un problema che denota abbandono totale».