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CRONACA

Completato lo scavo archeologico delle aree funerarie nell’ager soranus

Redazione Sora24
Redazione

Era il 2010 quando, in occasione di ricognizioni a nord del centro urbano di Sora, tra Pontrinio e Valfrancesca, l’associazione “Verde Liri” rilevò la presenza di un parallelepipedo e di due cippi in calcare, con iscrizioni a carattere funerario.

Nel maggio di quest’anno, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ha intrapreso un progetto di ricerca finalizzato alla documentazione, allo studio e alla tutela del sito. Lo scavo, la cui direzione scientifica è affidata a Sandra Gatti, è stato condotto dalla Direttrice del Museo della Media Valle del Liri Manuela Cerqua, con la collaborazione dell’archeologa Rachele Frasca, del funzionario e tecnico disegnatore Giorgio Troja e dell’antropologo Walter Pantano.

“Lo scavo è stato realizzato  – spiega l’archeologa Cerqua – operando in modo sistematico e stratigrafico, compatibilmente con le difficoltà dovute alla quota di scavo e al livello dell’acqua. L’intervento che ha portato al recupero dei cippi funerari e dell’ara è stato preceduto da un intervento preliminare di bonifica del sito, sommerso da limo e materiale detritico di varia natura, e da una prima campagna di rilevamento a maggio, sulla base della quale si è potuto programmare lo scavo”. In occasione di tale intervento, fu messo in luce un altro cippo centinato in calcare, anch’esso iscritto, individuando, così, l’intera area di pertinenza di un recinto funerario.

“L’importanza di questo ritrovamento  – continua Cerqua – è data anche dal fatto che nella quasi totalità dei casi noti nel territorio sorano, le strutture pertinenti a recinti e monumenti funerari si conservano unicamente a livello di fondazione a causa del pesante e capillare spolio cui furono sottoposti. Cosicché, le aree funerarie dell’ager soranus sono documentate quasi esclusivamente dal rinvenimento di numerosi termini sepulcrorum, cippi, elementi architettonici e fregi dorici, provenienti per lo più da scavi fortuiti effettuati tra il XIX e i primi decenni del XX sec. Per questo di tutti questi materiali spesso non si conosce l’esatta provenienza; molti, inoltre, da tempo risultano dispersi, e altri sono stati reimpiegati in edifici diversi, rendendo così pressoché impossibile ricollegare le iscrizioni al relativo monumento o recinto. Solo nel caso della necropoli rinvenuta in occasione di indagini preventive condotte dalla Soprintendenza, tra il 2006 e il 2007, in località S. Domenico – via Ponte Marmone, si poteva finora parlare con certezza di rinvenimenti in situ”.

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