«Visto il perdurare della politica dei ristoranti e dei caminetti e la mancanza totale della democrazia politica nel circolo P.D. di Sora. Considerata la assoluta assenza di un dibattito sulle prospettive politiche e programmatiche della nostra città e del nostro partito.
Resomi ormai conto che il cercare di portare avanti con dignità l’azione politica che ci compete è compito arduo, superiore alle mie possibilità, del resto la dignità è come il coraggio di Manzoniana memoria, che riferendosi a Don Abbondio diceva che se uno il coraggio non ce l’ha, mica se lo può dare.
Ritenendo di non aver nulla a che spartire con i vostri metodi e con le vostre intenzioni, per cultura, storia e vissuto personale, come dimostrano i miei numerosi comunicati stampa e ricorsi fatti in quest’ultimo periodo della sua segreteria, le faccio un regalo che forse lei stava aspettando da diverso tempo, evitandole di avere ancora un rompiscatole e una voce ribelle e libera all’interno del partito. La presente vale come lettera di dimissioni dal direttivo del Circolo di Base del P.D. di Sora».
Antonio Lombardi