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CRONACA

11 “fantomatici” quesiti sullo sbarramento del Liri a Sora

Una serie di osservazioni e quesiti rivolti all'amministrazione comunale, fermamente convinta della bontà dell'opera in fase di realizzazione.

Redazione Sora24
Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa a firma dell’Avv. Rosalia Bono, del Gruppo Politico “Insieme per Sora”, riguardante i lavori in corso sul tratto urbano del fiume Liri.

La reticenza dell’Amministrazione sorana, innanzi alle perplessità sollevate da più parti, in ordine al progetto del “Liri Navigabile”, alimenta ancora più incertezze sullo sbarramento del fiume e acuisce la voglia dei cittadini a volerci vedere chiaro. Visionando la insufficiente documentazione in possesso si è cercato di stilare una serie di osservazioni e quesiti, circa i quali si gradirebbe avere un chiaro riscontro. La sezione longitudinale, allegata al progetto definitivo, sembrerebbe indicare una quota di imposta dell’opera effettivamente non rispondente a quanto realmente realizzata, tanto da non poter determinare un volume di invaso.

I quesiti che ne discendono sono i seguenti:

  • Quanti metri cubi di acqua verranno effettivamente invasati a paratìa alzata?
  • Che pendenza dell’alveo è stata considerata e di conseguenza a che distanza dallo sbarramento/diga arriverà l’effetto dell’invasamento?

Nella relazione tecnica del progetto definitivo si parla della “scala per i pesci” e di una “mini turbina idraulica”. Perciò intendiamo capire:

  • Di quanto le opere necessarie alla “scala dei pesci” ed alla “turbina” restringono in maniera definitiva la sezione idraulica del fiume già soggetta a restringimento dalla piastra ?
  • L’opera in calcestruzzo già realizzata perché non ha la sua parte superiore a filo con l’alveo del fiume ma è stata realizzata tutta al di fuori di esso?
  • La mini turbina elettrica sarà una centrale idroelettrica? E dove verrà situata?

Forti perplessità suscita la risposta del comune sulla ammissione circa la sostituzione dei pali (in cemento) con altre opere antisifonamento considerando che tali opere, quali esse siano, sono ormai occultate e di difficile verifica, a meno che una diligente direzione dei lavori non abbia provveduto alla doverosa documentazione fotografica, costante, delle fasi salienti dei lavori.

Adesso, dunque, ci chiediamo:

  • La sostituzione del diaframma formato da pali e quello che in relazione tecnica viene chiamato “jet grouting” con la palancolata in acciaio e il taglione (essendo una variazione essenziale) è stata autorizzata dal Genio Civile prima della sua messa in opera ?

Non di poco conto appare il Testo Unico sulle opere idrauliche regolato dal Regio Decreto n.523 del 1904, laddove all’art . 97 è previsto che taluni opere non possano andare eseguite se non con speciale permesso del Prefetto; mentre all’art. 98 chiaramente si dice che siffatti interventi non si possono eseguire se non con speciale autorizzazione del Ministero dei Lavori Pubblici e sotto le osservanza delle condizioni dal medesimo imposte.

Allora, alla luce di ciò, occorre che si chiarisca:

  • L’opera in questione ricade mica in una di quelle richiamate negli artt.97 e 98 del T.U. tali da dover informare gli organi ministeriali e governativi?

E Poi: Nella Relazione illustrativa al progetto definitivo, redatto a cura del Comune, si sosteneva (pag 3) che “ai fini di agevolare la raccolta dei pareri si proponeva di indire una apposita conferenza dei servizi”, ovvero l’insieme di tutti gli Enti che devono autorizzare l’opera, i quali, concordemente ed univocamente, redigono un unico atto autorizzativo. Tale Conferenza dei servizi non è stata MAI convocata.

  • Avendo a tal proposito un obbligo di legge come si giustifica una tale omissione?
  • Soggiace a pena sanzionatoria siffatta omissione?

Inoltre: i cittadini lamentano che alcuni collettori di acque reflue (scarichi fognari) serventi le zone più basse di Sora (Canceglie) sono già sotto il pelo libero causato dal rigurgito della parte di opera realizzata a valle che sta quindi assurgendo a sbarramento.

  • Considerando che tale situazione fa di questi collettori dei veri e propri sifoni cosa succederà a monte di tali scarichi quando lo sbarramento sarà completamente alzato?

In ultimo: la normativa in materia di sicurezza dei cantieri obbliga il coordinatore della sicurezza a valutare la necessità di una bonifica bellica come sancito dal DPR 81/2008 art. 91 co. 2 bis. Tutto questo considerando anche l’evento del recente ritrovamento dell’ordigno bellico nelle prossimità del ponte Cavalieri di Vittorio Veneto.

  • E quindi è stato richiesto al Ministero della Difesa il parere sulla necessità o meno di una bonifica bellica?

E’ evidente che le problematiche tecnico-giuridiche appaiono davvero molteplici e di ampia natura. Siamo fiduciosi che l’Amministrazione voglia una volta per tutte dipanare ogni dubbio sull’opera che andrà a costituire sul fiume uno sbarramento definitivo.

Avv. Rosalia Bono

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