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CRONACA

24 Marzo: in memoria di Domenico e Raffaele. Sora non dimentica…

Redazione Sora24
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DOMENICO IAFORTE – Nato a Sora il 15-01-1893 da Francesco Antonio e da Di Pede Restituta, in Vicolo Nola (nei pressi di via Cittadella) in uno di quei palazzi abbattuti per far posto all’Orto Baronio. Aveva un fratello più grande di lui, impiegato a Roma in un Ministero. I compagni di scuola lo ricordano come un bambino dall’aspetto gracile (solo l’aspetto) e dai grandissimi occhi neri, che la madre veniva a prendere e accompagnare a scuola. Il padre era calzolaio e la madre aiutava andando a servizio. «Menecuccio» iniziò lo stesso mestiere del padre, ma intorno al 1912 volle andare a Roma per imparare i segreti dei grandi artigiani. Molti artigiani di Sora andavano a Roma per perfezionarsi nel mestiere: Domenico inoltre aveva la famiglia del fratello come base e a Roma si trovava bene. Veniva a Sora durante l’estate con la cognata e il nipotino, incontrava i vecchi amici con i quali ricordava le battaglie elettorali di Lollini e Simoncelli a cui cui comizi i giovani sorani partecipavano e che restano ancora vividi nella memoria degli anziani. Domenico fu arrestato il 15 Marzo 1944 in via della Stelletta a Roma.

RAFFAELE MILANO – Nato a Sora il 16-01-1896, secondo di sei figli, di cui una morta in tenera età, di una agiata famiglia ebrea che aveva un grande negozio di stoffe in piazza Santa Restituta. Il padre Giuseppe, ufficiale di complemento, mori nel 1905, a 36 anni, di polmonite. Il terremoto del ’15 decimò la famiglia: infatti si salvarono Bice, Settimio e Raffaele che si trovavano a Roma; gli altri perirono sotto le macerie: la madre, Giuditta Scazzocchio; due figli: Oscar ed Egle, e la donna di servizio. La casa ed il negozio infatti furono abbattuti, oltre che dal sisma, dalle macerie di un edificio più alto che sorgeva a fianco e che vi rovinò sopra. I superstiti si trasferirono a Roma. Raffaele sposò Margherita Bondi ed ebbe due figli. Durante la seconda guerra mondiale, quando anche in Italia vi furono persecuzioni antiebraiche, i Milano, come tutti gli ebrei, dovettero nascondersi. il 25 Febbraio 1944 Raffaele fu tradito per 5.000 lire da una donna italiana, che lo consegnò ai tedeschi.

IL 24 MARZO 1944 DOMENICO IAFORTE E RAFFAELE MILANO FURONO TRUCIDATI NEL MASSACRO DELLE FOSSE ARDEATINE. SORA NON DIMENTICA…

Il ricordo del sindaco Ernesto Tersigni diffuso stamane dall’Ufficio Stampa del Comune di Sora: 70 anni sono passati dall’eccidio feroce e disumano delle Fosse Ardeatine. In questo anniversario così tragico per il nostro Paese il pensiero mio e dell’intera Città va a tutti i caduti nella strage ed, in particolare, ai sorani Domenico Iaforte e Raffaele Milano. Con commozione ricordo quanti il 24 marzo 1944 hanno pagato con la vita il loro essere italiani e l’appartenenza ad una comunità. L’eccidio delle Fosse Ardeatine per la sua efferatezza è simbolo non solo delle violenze naziste perpetrate durante l’occupazione in Italia ma di tutte le violenze che, purtroppo, continuano nel mondo a colpire popolazioni inermi ed innocenti. Per questo la memoria di quella strage deve essere tenuta viva affinché la morte di 335 innocenti non sia mai dimenticata e serva da monito per tutte le generazioni che verranno. Dalla città di Sora si alza oggi una voce di pace, in difesa della democrazia, della libertà e del pieno rispetto verso le Istituzioni, nella speranza che mai più si debbano piangere vittime dell’efferatezza e della follia umana.

 

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