Riceviamo e pubblichiamo: «Buongiorno, questa volta voglio darvelo io qualche dato su un tema che avete più volte trattato in passato. Leggo in rete che il Comune di Sora è passato dagli oltre 25.600 abitanti del 2019 ai circa 25.400 di oggi. Duecento persone in meno. Ovvero: duecento persone in meno che fanno la spesa, comprano o prendono in affitto una casa, un negozio, lavorano o sono in pensione, hanno un’attività, vanno dal medico, dall’avvocato, dal commercialista, in palestra, al bar, dal meccanico e via dicendo.
Consultando i dati, tra l’altro, si nota che oltre al fenomeno migratorio c’è un tanto preoccupante quanto costante saldo tra nascite e decessi: in pratica, a Sora per ogni neonato ci sono due deceduti. A questo punto si affollano nella mia mente tutte le stupidaggini su alleanze, strategie, insomma su quello che riguarda il circo elettorale pronto a riaprire in pompa magna come cinque, dieci, quindici e vent’anni fa.
Stupidaggini, sì! Perché la solfa è sempre la stessa: ci si rinfaccia a vicenda il fatto di appartenere alla vecchia politica, si toglie il vestito consumato per mettere quello nuovo e riciclarsi sistematicamente con un nuovo candidato sindaco, oppure, cosa ancor più sciocca, ci si arroga con presunzione inaudita il diritto di rappresentare l’unica soluzione per la rinascita della città.
Questa non è la guerriglia di una cinquantina di persone (“chelle che teue je uote”) che si screditano l’un l’altro “pe’ i a chemmannà ‘ncima a je Comune”.
Questa è, invece, l’agonia di una cittadina che sta morendo fisicamente e che chiede aiuto con voce sempre più flebile. Perseverare nel dividersi serbando rancore non farà altro che peggiorare le cose.
È comprensibile immaginare che considerazioni del genere facciano solo solletico ai politicanti di lungo corso. Del resto: sogni di gloria infranti, tradimenti e delusioni politiche induriscono il cuore, ci sta.
Ma non è colpa dei Sorani (soprattutto di quelli più giovani) se qualcuno voleva fare il sindaco ed è stato scartato o bocciato, andare in Regione e non ci è riuscito, sedere alla Camera o in Senato senza riuscirvi. Questo deve essere chiaro.
Basta frammentare: serve unità d’intenti, operosità e maniche adeguatamente rimboccate. Altrimenti Sora muore, ma stavolta non a parole…».
Un elettore