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CRONACA

ANAGNI – Valle del Sacco: l’analisi di “Cittàtrepuntozero”

Secondo il gruppo politico anagnino «si continua a dare spazio a progetti ad alto potenziale inquinante, impattanti in negativo sulla purezza dell’aria e di conseguenza sulla qualità della nostra vita».

Redazione Sora24
Redazione

«La Valle del Sacco è un’enorme area, per lo più valutata come zona SIN (Sito di Interesse Nazionale) che comincia a Colleferro e finisce a Ceprano. Anni di industrializzazione selvaggia l’hanno resa una delle zone più inquinate d’Italia. Anagni si trova proprio al centro della valle: da anni se ne attende la caratterizzazione – ovvero l’identificazione degli agenti presenti nel suolo e nelle acque – e la successiva bonifica. La prima cosa da fare, improrogabilmente, è smettere di inquinare.

Ecco il punto: si continua a dare spazio a progetti ad alto potenziale inquinante, impattanti in negativo sulla purezza dell’aria e di conseguenza sulla qualità della nostra vita. Non si può più cedere al dramma del ricatto occupazionale, rinunciando obtorto collo alla tutela della salute, sia personale sia pubblica. Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione (art. 32) come fondamentale per l’individuo e per il benessere dell’intera collettività; una società di donne e uomini malati fallisce sotto qualsiasi punto di vista: umano, etico, economico, sociale.

Si manifesta come una collettività disorganica di soggetti fragili: salute ed ambiente oggi sono le due leve portanti su cui bisogna incentrare qualsiasi prospettiva politica di sviluppo. Stiamo parlando del benessere di ogni singolo cittadino. La manifestazione di sabato scorso, organizzata dalle associazioni operanti sul territorio è stata annullata causa Covid, ma i temi rivendicati meritano una forte attenzione: i manifestanti contestano l’eventuale implementazione di un impianto di biodigestione della portata di 100000 tonnellate. Tutto ciò non fa che aggravare il mancato rispetto del cronoprogramma previsto dall’accordo del 2019 tra Regione Lazio e Ministero dell’Ambiente, il quale fissa precise scadenze per i comuni – Anagni compresa –  e le province interessate, al di là di qualsiasi ritardo dovuto a problemi tecnici e burocratici.

Tutto è drammaticamente in stand-by: non è stata fornita alcuna data per iniziare il monitoraggio delle acque e del territorio né è stato improntato un qualsiasi straccio di piano epidemiologico. Noi del gruppo politico cittatrepuntozero ci sentiamo in dovere di mantenere alta l’attenzione sulla situazione della Valle del Sacco. Un impianto di biodigestione sul territorio di Anagni di tale mastodontica capienza significa un impianto totalmente sovrastimato: la nostra città produce circa 2000 tonnellate annue di rifiuto organico mentre, con tale stoccaggio, dovremmo smaltire immondizia pari a 50 volte il numero delle persone che vive sul territorio.

Immaginare il traffico giornaliero di mezzi pesanti che portano montagne di spazzatura è impensabile. Tutto ciò starebbe automaticamente a significare grave aumento dell’inquinamento dell’aria, che alla fine diverrebbe irrespirabile. Se proprio si deve costruire un impianto di biodigestione almeno che sia rapportato al nostro fabbisogno, così da smaltire unicamente quanto produciamo senza doverci sobbarcare dei rifiuti di altri territori. Noi di cittatrepuntozero crediamo fermamente nella wellbeing economy, nell’economia del benessere, poiché consideriamo il benessere delle persone la prima e non più procrastinabile priorità. La nostra politica e la nostra idea di città sono improntate sulla convinzione che vivere in un ambiente sano significa vivere meglio, come singoli e come collettività».

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