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POLITICA

Arpino città delle frane e della segnaletica non più storica ma commerciale (di Michele Santulli)

Via le vecchie indicazioni per le Mura Poligonali, Civitavecchia, Via S.Benedecti direzione sinistra e poi Arpino direzione destra. Al loro posto due insegne commerciali.

Redazione Sora24
Redazione

In uno spirito costruttivo e collaborativo abbiamo già lamentato in altre circostanze alcuni malesseri e deficienze visibili e palesi che il cittadino nota nella città pur se tali doglianze possono avere come risultato, e così parrebbe, la rappresaglia e la ritorsione da parte di qualche ufficio che del potere e bene pubblico ha fatto e continua a fare impunemente anche uso privato e personale. Non vogliamo ricordare la quantità enorme e quasi incredibile di frane che affliggono Arpino che si potrebbe definire a buon titolo “la città delle frane” e la quantità enorme di soldi pubblici spesi e da spendere per adeguamenti sismici (tutti gli edifici comunali ne sono soggetti) o per restauri di altri edifici pubblici che sono interminabili come la tela di Penelope; non vogliamo menzionare la ipotesi, e già i lauti soldi spesi per la relativa progettazione (!?), della pista ciclabile in contrada, pare, lo ‘Zoppo’ cioè in piena montagna, cioè a 600/700 m.! Qualcuno ha mai visto una bicicletta girare in Arpino? Si può mai pensare ad una pista ciclabile in Arpino? E in contrada lo Zoppo? Chi mette a disposizione soldi pubblici per tali finalità?

Né vogliamo parlare dei nuovi gabinetti comunali in programma al Belvedere al posto di quelli vecchi che, a detta di qualche funzionario comunale, non conviene ripulire e restaurare ma interessante, però, che si voglia impiantare un ascensore valutato a 40000,00 € per facilitare il pisciamento degli inabili o affetti da handicap quando hanno la ventura di capitare: questo ascensore ricorda quell’altro marchingegno che un beneamato sindaco progettava di installare alla prima rampa della salita dell’Arco con il sano proposito di facilitare l’accesso alla farmacia sempre del povero disabile arpinate. Che nobile sentimento la solidarietà! Ma le erbacce che si vedono in giro non danno molte garanzie sulla capacità del Comune di manutenere addirittura un ascensore in un luogo del genere.

Non vogliamo menzionare i tombini e le griglie sprofondate di livello anche di dieci centimetri che enorme fastidio arrecano sia agli automobilisti e sia alle vetture medesime: sono anni che si registra il disagio e la cosa peggiora sistematicamente in quanto il sindaco di turno prima di qualche elezione di solito non dimentica una spruzzatina di asfalto che ha il solo e autentico risultato di aumentare ancora di più i dislivelli e i disagi che a tutt’oggi ancora non sono stati eliminati: si immaginino le sofferenze di qualcuno che non sta bene o ha qualche problema quando passa in macchina.

Eppure se si sente parlare delle cifre enormi che il Comune riceve per procedere a certi interventi edilizi, si resta sbalorditi: ma come: 283.000 € per ricavare un parcheggio all’aperto per una quindicna di vetture -cifra che per un’opera del genere nemmeno gli sceicchi che di soldi ne hanno a quintali, avrebbero mai speso- e poi sistematicamente non ci sono pochi spiccioli per livellare le griglie e i tombini di Via Agrippa e di Via Spaccamela o per rimettere le pietre che ancora cadono dalle Mura Ciclopiche o liberarle delle piante che vi sono cresciute e sviluppate dentro, nella zona Arco.

In altra occasione forse illustreremo la, all’avanguardia, strada Ponte-Colle, la interruzione -sono due anni- che tiene separati la frazione Colle da frazione Parata, le continue e sistematiche interruzioni a Via Agrippa e a Via Spaccamela, le targhe stradali nuove che restano coperte da mesi e mesi analogamente alle famose panchine nuove -elettorali- collocate sotto il Belvedere a fianco a quelle vecchie (ma non vecchie!) rimaste imballate per almeno sei mesi! Peccato che gli arpinati non vedano o non vogliano vedere.

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Ma in questo periodo si assiste ad una evenienza talmente tragica da divenire grottesca e pure esilarante: è successo che a certi incroci della città sono state letteralmente eliminate le vecchie, e corrette, indicazioni stradali per fare posto… a chi? a due attività commerciali della zona: deve trattarsi di potentati economici, di pezzi da novanta della vita pubblica arpinate, di padreterni, se sono stati così abili e decisivi da far eliminare, dal Comune, le tabelle originarie e collocare le proprie: succede infatti che l’automobilista che da Carnello o da Isola sta per entrare in Arpino, incontrava di fronte al bivio un palo con tre o quattro tabelle direzionali tra cui: Mura Poligonali, Civitavecchia, Via S.Benedecti direzione sinistra e poi Arpino direzione destra.

Ora il palo è spoglio e l’automobilista ha di fronte solo lo specchio che vi era anche prima! E letteralmente, il forestiero, non sa dove andare: se a sinistra o a destra! Al medesimo luogo chi invece lascia Arpino vede al posto delle originarie tabelle di cui prima, le due riguardanti altrettante attività commerciali rivolte verso direzione Isola, Collecarino, Carnello. E scendendo per questa direzione, si incontra il bivio: qui l’automobilista vede solo il palo con le tabelle delle due attività e nuovamente non sa dove andare se, proseguendo, verso Isola o girando a destra verso Collecarino o Carnello. Idem per chi viene da Carnello e vorrebbe andare a Collecarino.

Nessuna indicazione salvo le due tabelle di cui sopra ben in mostra e ben piazzate! Mi arresto con la descrizione, che continua in questo modo, perché troppo osceno il contesto: si immagini l’automobilista forestiero che viene a visitare la città di Cicerone e di Caio Mario e di Vipsanio Agrippa…. L’uso pubblico soppiantato e eliminato da quello privatistico di due, così parrebbe, pezzi da novanta! In aggiunta non è certamente gratificante per un cittadino di Arpino notare che al bivio per Collecarino la tabella che indica ‘Carnello’ è tutta storta e contorta, quella che indica ‘Sora’ altrettanto storta e addirittura senza punta direzionale e quella che indica ‘Collecarino’ sbiadita e appena leggibile mentre la tabella invece, scendendo verso Arpino, montata su un palo in bilico, che indica Civitavecchia, manca delle punte per cui chi guarda non sa se deve andare a destra (Isola del Liri) o a sinistra (Arpino)! Che si possa sostituire l’interesse privato alla pubblica segnaletica senza che nessuno veda e intervenga è anche questo da considerare un primato arpinate di alta civiltà e democrazia al quale devotamente facciamo… l’inchino di rito.

Michele Santulli

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