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CRONACA

Ballottaggio Renzi-Bersani: non litigate tanto Vendola sarà decisivo (di Sacha Sirolli)

Redazione Sora24
Redazione

Dopo le prevedibili polemiche all’indomani del primo turno delle Primarie di Centrosinistra a Sora, l’attenzione ora è proiettata al ballottaggio di domenica dove il popolo rosso deciderà il proprio candidato premier tra Bersani e Renzi. Quest’ultimo, vincitore nelle roccaforti rosse, seppur in svantaggio nel dato nazionale crede nella “remontada” su Bersani, in testa al primo turno con un discreto margine di vantaggio sul rottamatore. A mio avviso nell’avvincente duello sarà decisivo il voto dei vendoliani. Vendola è l’ago della bilancia della sfida sia in Italia che a Sora. In riva al Liri al primo turno i vendoliani hanno ottenuto 180 voti. Un buon risultato che ha fatto tutti felici. Mi spiego: De Donatis ed il suo gruppo han fatto festa per aver vinto al primo turno con 446 voti. I bersaniani, fermi a 344 preferenze, sorridono perchè, a quanto pare, sono sicuri che i vendoliani voteranno per Bersani al ballottaggio, ribaltando la situazione a Sora e confermando il dato del primo turno che in Italia vede avanti il figlio del meccanico di Bettola.

E allora? Occorrerebbe fare un’attenta analisi del voto di domenica scorsa nel centrosinistra armandosi di massicce dosi di autocritica. Mille votanti non sono un “risultato soddisfacente”. Anzi.  Molti di quelli che si sono recati alle urne al primo turno, infatti,  non corrispondono esattamente all’identikit dell’elettore medio di centrosinistra. L’hanno fatto per ragioni varie. E difficilmente rivoteranno a sinistra alle comunali, regionali e nazionali tra pochi mesi. Nulla di scandaloso per carità. Inutile fare i puritani, in politica ci sta questo ed altro. Si stringono amicizie e alleanze – anche trasversali – perchè l’importante è vincere e non partecipare.  Il fine giustifica i mezzi insegna Niccolò Macchiavelli. Primarie o elezioni fa lo stesso. Quindi io non perderei tempo a fare la genesi e l’eterogenesi di tutti i votanti di queste primarie del centrosinistra. Esercizio inutile perchè, in questo gioco da adulti, chi ha più polvere spara.

Tuttavia il primo a dover riflettere sul risultato, a mio avviso deludente di domenica, è Roberto Di Ruscio. Lui è il presidente di un Pd che a Sora è uscito con le ossa rotte dalle ultime amministrative caratterizzate dalla clamorosa dicotomia fra il candidato sindaco ufficiale Antonio Lombardi e quello senza simboli, Roberto De Donatis, espressione dell’ex sindaco Cesidio Casinelli. Adesso è passato quasi un anno dallo strappo in riva al Liri, dal “pasticciaccio brutto” per dirla alla Carlo Emilio Gadda,  ma il Pd di Sora non dà segni di vitalità, o almeno a me sono sfuggiti. Nè cerca di ricucire con una realtà numericamente importante sul territorio, come quella di De Donatis (Patto Democratico) che alberga pure in consiglio comunale. In quest’ottica per Roberto ed il suo gruppo – senza i simboli ufficiali – Renzi potrebbe essere la Grande Occasione. In caso di vittoria del rottamatore al ballottaggio il pupillo di Casinelli rientrerebbe dalla porta principale del Pd provinciale, retto attualmente dalla bersaniana Sara Battisti.

L’andata a Sora l’ha vinta De Donatis di forza. Domenica 2 dicembre però c’è il ritorno, dove non si escludono sorprese. Poi il lunedì successivo la conta dei morti e dei feriti, preludio della Notte dei lunghi coltelli (Nacht der langen Messer) a sinistra in vista delle prossime elezioni e del congresso.

Il direttore responsabile di Sora24 – SACHA SIROLLI 

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