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CRONACA

BUONE VISIONI (di Aaron Ariotti) – Il Cinema in TV venerdì 5 Luglio

Redazione Sora24
Redazione

L’adattamento cinematografico di un’opera letteraria è un lavoro molto stimolante: lo sceneggiatore si trova “costretto” a lavorare sul testo, a plasmarlo, a volte a distruggerlo, sconvolgerlo, per poi ricostruirlo da zero e ristrutturarlo. Ci sono tanti film tratti da opere letterarie, più di quanti immaginiamo. In uno dei corsi di sceneggiatura che ho avuto il piacere di organizzare la scorsa primavera alla Libreria Caffetteria Bibliotè di Sora, il laboratorio creativo prevedeva di scrivere la sceneggiatura di un cortometraggio ispirato a un breve racconto di Hemingway. Il racconto prescelto era “Colline come elefanti bianchi”.

Anche “I gangsters” (Rai Movie, 6,30) è tratto da uno dei 49 racconti di Hemingway, uno dei più fulminanti (“Gli uccisori”, che come titolo era anche più bello). Ci sono due killer che arrivano in città e uccidono un tizio da tutti conosciuto con il soprannome di “Svedese”. Potrebbe sembrare un semplice regolamento di conti, ma un agente assicurativo si mette ad indagare sul passato della vittima… Si tratta di un noir poderoso, dalle atmosfere inquietanti, tutto costruito sulla dialettica tra presente e passato attraverso un uso strepitoso dei flashback. Il film è del 1946, il regista è il maestro Robert Siodmak di cui ho già parlato in questa rubrica; gli interpreti sono Burt Lancaster e Ava Gardner; alla sceneggiatura collaborò niente meno che John Huston. Rifatto anni dopo da Don Siegel (anche di lui s’è parlato qui), a testimonianza della forza e dell’efficacia del soggetto.

Al Libro dei Libri è liberamente ispirato “Secondo Ponzio Pilato” (Iris, 15,15), di Luigi Magni. Crocifisso Gesù Cristo, Ponzio Pilato è assalito dal dubbio di aver mandato a morire un innocente. Il dubbio si trasforma presto in certezza e Pilato si convince che la condanna di quell’innocente debba ricadere su chi l’ha decretata. E così chiede a Tiberio imperatore di essere decapitato. Nino Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e indolente, in un film serio, storicamente irreprensibile e persino coraggioso. Il risultato finale è altalenante, ma il film merita di essere visto.

Dal romanzo The Executioners di John D. MacDonald è tratto “Il promontorio della paura”, di J. Lee Thompson. Il sadico Cady (Robert Mitchum), uscito di galera, vuole vendicarsi dell’avvocato che lo ha fatto condannare (Gregory Peck) minacciandolo di rifarsi sulla moglie e sulla giovane figlia. Ottimo esempio di suspense in un’opera dalla tensione sempre viva, capace di creare nello spettatore un crescente stato di angoscia. L’interpretazione di Mitchum, con il suo minaccioso e perverso sex appeal, è memorabile. Alle 21,15 su Rai Movie. Anche di questo film esiste un remake, girato da Martin Scorsese nel 1991.

Non c’è molto altro in tv, purtroppo. Però siccome stiamo parlando di adattamenti cinematografici mi permetto di segnalare qualche titolo random di film tratti da romanzi che, se volete, potete procurarvi in DVD oppure aspettare pazientemente che qualche anima pia li inserisca in palinsesto: “Il buio oltre la siepe”, “Lolita”, “Rocco e i suoi fratelli”, “Non è un paese per vecchi”… Ce ne sono molti altri, ma mi fermo qui: ho delle cose da fare, non posso mica passare tutto il mio tempo a dirvi che film guardare in tv.

Buone visioni.

Aaron Ariotti

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