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OSTEOPATIA ROMA

Osteopatia a Roma

Principi della terapia osteopatica e cenni di storia della disciplina.

Redazione Sora24
Redazione

Il principio del problema è suddivisibile in tre fasi: dolore, domanda, scelta. La prima fase è quella in cui avvertiamo il malessere, proviamo a capire se si tratta di una cosa passeggera oppure se è il caso di intervenire con un consulto medico e quindi una terapia, farmacologica piuttosto che alternativa. Nella seconda fase, che ovviamente scatta quando, dalla persistenza del dolore, si capisce che il problema è serio e non si dissolve fisiologicamente come la maggior parte delle volte, ci si pone la domanda: mi serve un osteopata? La terza fase, infine, avallata la necessità di rivolgersi a colui che si occupa di osteopatia, si sceglie quello che sembra più indicato e si fissa un appuntamento.

Che cos’è l’Osteopatia

Prima ancora di domandarsi se sia necessario rivolgersi ad un osteopata, bisogna avere ben chiaro nella mente di cosa si occupa tale professionista. L’Osteopatia è una terapia utilizzata per per curare problematiche riguardanti il sistema muscolo-scheletrico, sia acute che croniche, causate da restrizioni articolari, squilibri muscolari o atteggiamenti posturali alterati. Il termine deriva dall’unione di due parole di origine greca: osteon (osso) e pathos (sofferenza).

In cosa consiste l’Osteopatia

La terapia consiste, sia per quanto riguarda la diagnosi che il trattamento, nella manipolazione di alcune parti del corpo. Si tratta, in sostanza, di una medicina manuale naturale che non cura patologie ma punta a stimolare le capacità di recupero e guarigione del corpo ristabilendo il sistema di autoregolazione dell’organismo stesso. Per questo motivo l’Osteopatia è annoverata nell’elenco delle medicine tradizionali.

Un po’ di storia

La pratica dell’Osteopatia è nata alla fine dell’800 su iniziativa del medico americano dott. Andrew Taylor Still, tuttora considerato il fondatore dell’osteopatia stessa e della medicina osteopatica. Nato in Virginia nel 1828, da un pastore metodista e medico, Still seguì professionalmente le orme paterne, con il quale svolse un primo periodo di apprendistato.

A seguire, Andrew Taylor visse una delle sue prime esperienze professionali, tra l’altro decisamente forte a livello emotivo: svolse, difatti, la funzione di assistente ospedaliero (ma secondo la sua autobiografia anche quella di chirurgo) durante la Guerra di Secessione tra gli Stati Uniti d’America e gli Stati Confederati d’America, tra il 1861 e il 1865.

L’osteopatia all’origine di un politrauma familiare

Nel periodo immediatamente successivo al conflitto, Still visse giorni a dir poco drammatici. Nel Febbraio 1864, cinque anni dopo aver perso la prima moglie Mary Margaret Vaughn, vide morire tre dei duoi figli nel giro di due settimane: Abraham (11 anni), Susan (7), un figlio adottivo di 9 anni e la figlia più giovane, Marcia Iona, avuta dal secondo matrimonio con la giovane insegnante Mary Elvira Turner.

La sua vita fu costellata da altri lutti (perse altri figli), tuttavia questo periodo particolarmente tragico mise Still a dura prova. Ciononostante, pur profondamente ferito dalla drammaticità del momento, il medico trovò la forza di intensificare i propri studi sull’osteopatia, ritenendo inefficaci e anche dannose le pratiche mediche dell’epoca, che aveva iniziato a mettere in discussione fin dal 1855.

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L’aggiusta ossa sale in cattedra

Dieci anni dopo la tragedia familiare che lo devastò, Still presentò i suoi nuovi metodi osteopatici presso l’Università di Baker, il primo ateneo quadriennale del Kansas, un college metodista che venne co-fondato anche dal padre Abram.

Dopo tale sortita, i problemi per il padre dell’osteopatia si moltiplicarono: dopo le sue rivelazioni venne pubblicamente rimosso dalla Chiesa metodista dal ministro di Baldwin, in Kansas. Venne altresì accusato di voler provare ad emulare Gesù Cristo con il suo “posare le mani”, tacciato di stregoneria. Fu messo praticamente al bando, socialmente parlando, e alla fine obbligato ad abbandonare lo stato. L’anno dopo, difatti, si trasferì con la famiglia a Macon, in Missouri.

La miopia umana non ferma il progresso: nasce l’Osteopatia

Nonostante tutto quanto aveva subito, Andrew Taylor Still non si fermò e continuò a praticare e perfezionare i suoi nuovi metodi di cura, basati solo parzialmente sulla somministrazione di farmaci e soprattutto con i principi dell’Osteopatia. Ad incentivarne lo studio e la voglia di miglioramento, contribuì anche la grande passione che aveva per la meccanica e l’ingegneria in genere.

Tuttavia, per molti anni ancora Andrew Taylor, all’età di 57 anni non si definì ancora un osteopata bensì un veloce “aggiusta ossa”. Fu necessario attendere il 1885 per la nascita della parola che tutti oggi conosciamo: fu proprio in quell’anno che Still coniò il termine “Osteopatia” dopo essersi confrontato e fatto consigliare dal suo amico Dott. Sweet.

La prima “Scuola di Osteopatia”

Il 1892 fu un anno importante per Andrew Taylor Still. Dopo tanti anni di studio, lavoro, vissuti tra mille difficoltà, il medico nato in Virginia riuscì ad aprire a Kirksville (Missouri) la prima scuola di Osteopatia della storia. La chiamò “The American School of Osteopathy (ASO)” e i primi allievi furono cinque suoi figli, avuti dopo il dramma del 1864 dalla seconda moglie, più il suo fratello più grande, Edward. Le sofferenze, però, non terminarono: due anni dopo l’inaugurazione della scuola, morì l’ennesimo figlio di Still, Fred, ventenne studioso e intellettualmente molto dotato.

L’Osteopatia arriva in Europa

La vita di Andrew Taylor Still si concluse, dopo 89 anni fatti di caparbietà, il 12 Dicenbre 1917. Casualmente, proprio nell’anno in cui il precursore morì, il suo successore John Martin Littlejohn, medico scozzese originario di Glasgow (1865), aprì in Inghilterra la prima scuola osteopatica d’Europa.

Il nome dell’istituto fu “British School of Osteopathy” e la sede aprì nei pressi di Trafalgar square, dove rimase fino al 1997. Anche Littlejohn non fu esente da delusioni e critiche: nel 1935, ad esempio, provò davanti alla Camera dei Lord a far riconoscere l’Osteopatia in Gran Bretagna, ma non riuscì nell’intento.

L’Osteopatia in Italia

Come spesso è accaduto in passato per tante altre questioni, anche l’Osteopatia è arrivata con enorme ritardo nel nostro paese, basti pensare che il primo osteopata che superò le Alpi fu il francese Alain Bernard, che nel 1979 arrivò a Roma come fisoterapista dello sport e portando con sé un diploma scuola inglese di Osteopatia di Maidstone, situata a pochi km da Londra.

A due anni dal suo arrivo nel Belpaese, Bernard iniziò ad erogare i primi corsi di osteopatia, ben 91 anni dopo l’apertura della prima scuola del genere negli Stati Uniti ad opera di Still e 64 anni dopo la fondazione della scuola inglese da parte di Littlejohn.

Il boom degli anni ’80

Gli anni ’80 furono decisivi per la diffusione della terapia in Italia. Le prime “tracce” di Osteopatia Alla prima iniziativa di Alain Bernard a Roma, ne seguirono altre ad Ancona, Pescara, ancora nella Capitale e a Milano. A seguire gli studenti iscritti conseguirono il diploma e contribuirono da autentici pionieri alla diffusione, sebbene molto tardiva, della disciplina osteopatica nel nostro paese.

Ad onor del vero, va precisato che di Osteopatia in Italia si parlava già nel 1960 grazie Giuseppe Gussoni, presidente dell’Unione Nazionale Chinesiologi. Fu, in un certo senso e fin dalla fine degli anni ’50, il precursore dell’osteopatia in Italia.

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Quando si può ricorrere all’Osteopata

Dagli anni ’80 la disciplina osteopatica si è diffusa a macchia d’olio anche nel nostro paese. Oggi sono molti i problemi trattabili e altrettanti i pazienti che possono trarre giovamento dal trattamento. Ecco i settori d’azione più diffusi: sistema circolatorio, digestivo, genito-urinario, muscolo-scheletrico, neurologico, neurovegetativo; osteopatia e gravidanza; osteopatia e otorinolaringoiatria (ORL); osteopatia e odontoiatria; osteopatia e pediatria. aiuto per le disintossicazioni.

I limiti dell’Osteopatia

Come è interessante parlare dei pregi, è altrettanto giusto parlare dei limiti dell’osteopatia, soluzione efficace quando le lesioni anatomiche sono gravi e nel caso di tutte le urgenze mediche. Va da sé che quando si verifica la necessità di agire urgentemente, è inutile sottoporsi a trattamenti di ricerca dell’origine del dolore per mezzo della manipolazione.

Al contrario, l’azione da svolgere è molto più urgente e sovente ricade nell’ambito chirurgico. L’osteopatia, inoltre, non può curare le malattie degenerative, le malattie genetiche, le malattie infettive e/o infiammatorie, e, per l’appunto, le fratture. Può, invece, tornare utile a seguito di un intervento chirurgico, come ad esempio nel caso del trattamento manipolativo osteopatico nella riabilitazione post operatoria.

Come scegliere un Osteopata a Roma

Come tutte le procedure di scelta di un medico o di qualunque altro professionista, il timore di sbagliare è molto. Ad ogni modo, pochi accorgimenti permetto di capire se si ha a che fare con un professionista competente oppure no. In buona sostanza: il bravo osteopata sa come risalire, partendo dal disturbo macroscopico di cui è affetto il paziente, alle lesioni osteopatiche all’origine del problema.

Non solo: deve mostrare spiccate capacità nell’individuare tutti gli ostacoli alla corretta mobilità ed alla completa elasticità delle strutture anatomiche. L’obiettivo, una volta effettuata la diagnosi, è il ripristino, attraverso la terapia, dell’equilibrio dei meccanismi di autoregolazione dell’organismo sfruttando la sua naturale tendenza a guarire.

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