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POLITICA

Costantini querela Iacovissi per diffamazione. Dura replica del Movimento CI SIAMO

Redazione Sora24
Redazione

“COSTANTINI CELSO mi ha querelato perché ho messo in dubbio la sua moralità…”. Con queste parole e questa immagine Roberto Iacovissi ha annunciato su Facebook di aver ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di diffamazione aggravata.

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Dura la replica del Movimento CI SIAMO, di cui Roberto Iacovissi è portavoce, che sempre su Facebook scrive: «“Ercole, ora ti mando uno per delle consulenze. È mio figlio”… Con questa telefonata il Ministro della Repubblica Italiana Maurizio Lupi è stato incastrato e a meno di 72 ore si è dimesso… Lupi non ha potuto nemmeno vedere il figlio sistemato che il semplice sospetto di vedersi infangato il nome ha fatto prevalere un piccolissimo senso di colpa che lo ha portato alle dimissioni.

Era il 20 marzo 2015, nemmeno 3 mesi fa… e per chi vive a Sora sembra lontano anni luce, anzi a Sora c’è chi se ne frega altamente malgrado sia passato un anno da quando abbiamo scoperto che Giovanni Costantini, figlio di Celso Costantini, veniva incaricato per la ristrutturazione di una Scuola di Carnello e guarda caso alla Presidenza della Commissione Lavori Pubblici c’era proprio papà Celso…

Ma Costantini Celso di assi nella manica ne aveva più di uno e così l’altro figlio Andrea a pochi giorni di distanza si vedeva rinnovare la consulenza all’Aipes già avuta 3 anni prima e scaduta il 30 giugno 2014… Fortunatamente non ci sono più figli altrimenti non ci vuole molto a capire che avrebbero trovato anche loro lavoro nel cerchio comunale alla faccia di chi si mette in fila con le proprie credenziali, con un curriculum sudato, con la speranza che prima o poi finiscano favoritismi e spinte di chi occupando posizioni di privilegio e di potere non si fa scrupolo alcuno e nega persino l’evidenza.

Ma Costantini Celso va oltre la semplice negazione, prende per il culo tutto il mondo politico sorano firmando la Carta di Pisa e scontrandosi in un frontale pazzesco con i principi sacrosanti che impediscono ad un rappresentante istituzionale di favorire parenti fino al 4° grado e a lui di gradi ne bastava uno per dimettersi.

Ma a Costantini Celso non basta nemmeno questo, Lui deve sedare la sua arroganza, il suo modo di avere sempre l’ultima parola (“Con te facciamo i conti dopo”… minacciava Iula), di imporre la sua dottrina, giusta o sbagliata che sia, e di colpire in modo subdolo chi non la pensa come lui, cose imparate in 40 anni di Democrazia Cristiana quando la politica sapeva di rogna e non si faceva certo alla luce del sole, e con la pelle che brucia per l’affronto subito di chi gli rimprovera tanto appassionato fervore politico SOLO per assicurare un futuro ai figli, TENTA dapprima di “regolare” in tono minaccioso una sera insieme ai figli la faccenda sotto casa di uno del Movimento Ci Siamo e poi di QUERELARE CON L’ART. 595 co. 3 c.p. (DIFFAMAZIONE AGGRAVATA) lo speaker IACOVISSI ROBERTO per frasi come “questi non diventano rossi nemmeno se li gratti con la carta vetrata…” e altre che a parer suo non lasciano scampo… ALLA SUA MORALITA’…

Costantini Celso è il primo ad aver messo in dubbio la sua moralità, l’ultimo rappresentante di una vecchia politica, che tanti danni ha fatto all’Italia intera, quella diversa da quella odierna dove al centro ci sono solo i soldi e la maniera più facile per farli, ma non meno perniciosa perché accomodava senza tanti scrupoli parenti ed amici stretti, e ancor oggi non si smentisce: “i figli so piezz e core”… ma solo i suoi!…».

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