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POLITICA

“Cristo ha bypassato la Ciociaria”

Critica analisi di Rodolfo Damiani sul depauperamento della provincia di Frosinone.

Redazione Sora24
Redazione

Cosa può dire un uomo della strada che sfrondati i bugiardini elettorali delle promesse da Libro dei Sogni, vede il depauperamento costante di questa provincia, che, udite udite, era la più industrializzata del Regno di Napoli, devastata dalla guerra, umiliata e vessata dai troppi liberatori e occupanti che se la contendevano, era riuscita a risalire la china e a concorrere al BOOM dell’Italia?

In pochi anni stiamo perdendo tutto, complici le amministrazioni pubbliche, i giuochi di palazzo e la legge dei Santi, per chi non l’avesse presente “Nessuno va in Paradiso a dispetto dei Santi” e quei Santi che noi veneriamo (i politici che ci rappresentano) debbono valere poco e contare meno se accettano tutte le volte che i loro rappresentati vengano discriminati nelle scelte e nelle programmazioni generali, senza reazioni apprezzabili e senza pretendere almeno il do ut des.

Credo sia il caso che i cittadini abbiano da costoro spiegazioni ampie e esaurienti, altrimenti, se inadeguati ai compiti perché altre sono le loro abilità, tornino a curare i loro interessi personali.

Vorrei che la gente non dimenticasse il dramma delle cartiere, chiuse per scelte infelici di politica industriale, vorrei che la gente non dimenticasse le industrie venute dal nord che appena finivano i sussidi governativi abbandonavano tutto lasciando un deserto industriale e avvilendo le maestranze con disoccupazione e cassa integrazione senza sbocchi, vorrei che non si dimenticassero le Banche che hanno sulla coscienza lo sperpero dei risparmi di una vita, i continui cedimenti alle pretese ricattatorie della FIAT, che benchè non sia più italiana continua a succhiare risorse dall’Italia.

Potrei continuare per giorni, tra arricchimenti illeciti e ricatti quale quello degli indiani per la Videocolor.

La sanità, ma esiste ancora una sanità degna di questo nome dopo le operazioni in negativo portate avanti almeno da cinque Consigli Regionali di tutti i colori. Guardate che il virus non ha che intonato il De Profundis ad una sanità già moribonda, ambulatori chiusi, interventi postergati senza limiti temporali, case della salute oggetto misterioso e di difficile accesso, medici coscienti e preparati allo stremo, personale sanitario ridotto all’osso, CUI PRODEST?

Offendono ancora di più i cittadini lo sbandierare piani di la da venire, mentre per esempio la già marginale e emarginata Sora apprende che verrà chiuso il Presidio ubicato in via Piemonte, dove andranno i cittadini a Cassino? A Frosinone? A Latina? Come faranno gli anziani, i non deambulanti, i diversamente abili, le mamme con i bimbi piccoli, ma cosa volete che interessi a chi risponde non a chi paga le tasse ma ai bilanci e ai potentati politici…

Credo che pressochè universalmente siano condivisi alcuni concetti: la presenza in un territorio di istituti militari giovi all’instaurarsi di condizioni positive nella vita civile e rappresentino una realtà di grande rilievo. Si crea un rapporto virtuoso tra cittadino e cittadino soldato. Viene introdotto un beneficio economico di base. Si crea un elemento di richiamo per i givani. Si crea un polo di riferimento nelle necessità contingenti, non ultime le calamità naturali. Si instaura un presidio culturale attinente alla filosofia dello stato.

Ma quanto sopra sembra non valer per la nostra provincia. Già abbiamo subito la chiusura del polverificio di Fontana Liri, sul cui riutilizzo ci sono gravi confronti speculativi di carattere privato, con buona pace della priorità pubblica sul demanio statale. Ma siamo assolutamente basiti da una notizia, nascosta con discrezione nelle pieghe di comunicati criptici destinata a creare scalpore.

L’Aeronautica Militare deve lasciare la sede di Frosinone e trasferirsi a Viterbo.

Non vedremo più i labari e i guidoni del 72°, che hanno caratterizzato le cerimonie in cui si festeggiava la Patria, questa Patria a cui i ciociari hanno dato un significativo contributo di sangue.

Non udremo più il rumore ritmato delle pale e il gran pavese delle luci dei mezzi che atterrano in parata. I nostri ragazzi non avranno più il piacere delle visite guidate e non proveranno più il 4 novembre l’emozione dei voli prova.

Un giorno i giovani di oggi ci accuseranno a ragione di aver trasformato una struttura non marginale nel solito deserto senza speranza che è oggi la Ciociaria.

In ultimo le 300 persone che fanno vivere l’aeroporto e le loro famiglie! Mentre i zelatori dell’Aeronautica Italiana celebrano le imprese delle centurie alate con orgoglio, qualche piccolo burocrate ha tirato una riga e ha cancellato storia e valore di una struttura orgoglio di tutti noi.

La commozione mi sta facendo scrivere cose che andrebbero meditate per cui do appuntamento ai miei quattro lettori a presto.

Rodolfo Damiani

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