«In Italia chi uccide con la propria auto resta impunito nella maggior parte dei casi, questo perché i giudici tendono a partire dai minimi delle condizioni delle condanne, sapendo che a quei minimi, grazie agli istituti premiali collettivi, non corrisponderà nessuna pena. Un buonismo inaccettabile quando si tratta di dare valore alla vita umana.
C’è, inoltre, un problema di ordine culturale, continuare a chiamare gli scontri mortali “incidenti” non aiuta a instaurare una legge morale necessaria a prevenirli. La parola “incidente” richiama a qualcosa che avviene per caso, che sposta la responsabilità al di fuori di noi. Ma non è per caso che scegliamo di passare col rosso, di andare ai 100 all’ora dove c’è il limite dei 30 o di metterci in macchina ubriachi e drogati.
Sono scelte e come tali vanno giudicate. Per tale motivo, il Dipartimento Tutela Vittime Fdi-AN, il 16 novembre, in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime della strada, scende in piazza.
Presto un successivo comunicato con tutti i dettagli e il programma. Intanto, chiedo ai lettori, soprattutto giovani, dodici minuti di tempo per la visione del seguente video».
Martina Sperduti – Responsabile Dipartimento Tutela Vittime Fdi-An provincia di Frosinone