«A Sora si producono da tempo immemorabile delle ciambelle uniche, difficilmente reperibili in altri mercati. La ciambella (“ciammèlla”, in dialetto) è costituita da un impasto lievitato che viene prima lessato e poi, ornato di semi di acino, cotta al forno a legna. La ciambella sorana è conosciuta in tutti i centri vicini; e tutti coloro che capitano a Sora e acquistano per portarla come regalo gradito ai propri familiari ed agli amici.
Anni fa, nei giorni di mercato o di festa, alcuni rivenditori giravano tra la folla, esponendo le ciambelle infilate al braccio sinistro. Per motivi igienici, questo caratteristico sistema di vendita è stato proibito dalle autorità sanitarie. Ora le ciambelle vengono esposte in urne di vetro o conservate calde, avvolte in pesanti coperte di lana, nelle tradizionali, enormi ceste di vimini.
In molti sorani è rimasta la consuetudine di mangiare, la ciambella, come unico pasto innaffiato da qualche bicchiere di vino, il sette dicembre, per il digiuno della vigilia dell’Immacolata. Nello stesso giorno – come da secoli – le ragazze sorane offrono la ciambella come regalo augurale e simbolico ai loro fidanzati. La ciambella viene ancora oggi, specie in campagna, offerta in omaggio da parenti e amici a coloro che portano a spalla, in processione, statue della Madonna e dei santi. Le ciambelle ricevute vengono inanellate nelle stanghe delle “bare” che sorreggono le statue».
Nota bene: l’articolo è tratto dalla storica rivista VITA SORANA