Nel suo primo mezzo secolo di vita, Paolo Frascone si è dimostrato una figura centrale nella nostra comunità, incarnando incontrovertibilmente quella qualità che spesso cerchiamo e non sempre riusciamo a trovare dentro di noi: la dedizione. Al lavoro, alla famiglia, a Sora.
Alzi la mano chi non lo ha mai incrociato sorridente per strada o davanti al suo negozio: quel sorriso dovrebbe essere la copertina della brochure turistica di Sora. Paolo, in un certo senso, è un sindaco popolare, uno degli ultimi baluardi di un commercio che ha sempre meno ricambio generazionale ma che, nel contempo, potrebbe ancora invertire la propria tendenza se si capisse che aprire un’attività “fisica” non è un “tentativo” o un “refugium peccatorum”, bensì un atto d’amore nei confronti del proprio Comune. E come tale, prevede sicuramente mille oneri e, forse, qualche gioia… ogni tanto.
Non servono libri o docenti per spiegare tale concetto, ma solo ciò di cui abbiamo già scritto: la dedizione. Solo così un’attività può attraversare i secoli come ha fatto la storica cappelleria Frascone: presente ieri, quando Sora faceva parte del Regno di Napoli, il Corso de’ Volsci non esisteva e il primo palazzo che s’incontrava arrivando dal lungo viale San Domenico era la Porta di Corte; presente oggi, nell’epoca degli acquisti in rete e dei mega centri commerciali con due milioni di persone che corrono all’impazzata scontrandosi ripetutamente nel giorno dell’apertura dei saldi.
Ma anche se non si fosse interessati a seguirne le orme nel suo stesso ambito di lavoro, la dedizione di questo caro ragazzo può tornare comunque utile per riscoprire quei valori che oggi sono considerati superati e che invece rappresentano un’inesauribile fonte di forza per affrontare le difficoltà della vita: la famiglia e l’appartenenza.
Guardiamo sempre con piacere le foto che Paolo pubblica sui social, scatti che trasmettono serenità e gioia per le cose semplici: il compleanno di una figlia, i successi sportivi di un figlio, le tradizioni sorane. Che sia per strada, in rete o in cappelleria, quindi, non possiamo negare che questo splendente fresco cinquantenne è parte integrante delle nostre vite.
Auguri di cuore, Frasco’!
