Ieri, verso le 19, esattamente lo stesso giorno dopo diciannove anni di dolore e di sofferenza nel chiedere giustizia per sua figlia Serena, ha cessato di vivere Guglielmo Mollicone. Un grande uomo e un grande padre, che ha provato il dolore devastante di veder assassinata barbaramente la sua adorata figlia Serena; che ha sopportato la solitudine di chi combatte contro forze più grande di lui; che ha mostrato una forza e una dignità smisurate nel perseguire chi gli ha distrutto la vita; chi lo ha profondamente offeso, offendendo tra l’altro l’intero genere umano!
Guglielmo, contando solo sulle proprie forze e sulla propria fede di giusto, ha attraversato diciannove lunghi anni a lottare, con le unghie e coi denti, per poter ottenere giustizia per un delitto assurdo, atroce e vile, che gli ha tolto un bene prezioso.
Ma la vita a volte ci riserva delle vicissitudini amare e dolorose, ci sprofonda in delle voragini di buio pesto, senza darci una ragione accettabile; ci stravolge l’esistenza senza un perché appena plausibile. Già perdere un figlio è un atto innaturale per un genitore; perderlo nel modo come Guglielmo ha perduto la sua Serena, è umanamente inaccettabile, impensabile!
Eppure, Guglielmo ha lottato per avere giustizia, con tutte le sue forze; ma anche in questo la vita gli ha negato questo atto, che in qualche modo gli avrebbe consentito di sopravvivere con un barlume di serena rassegnazione; gli è stato negato anche di pregare sulla tomba della sua Serena, senza l’enorme fardello di sapere libero il suo assassino.
E dopo tanto lottare, dopo tante amarezze, dopo tante delusioni e tanti cavilli legali, il suo cuore ha ceduto: diciannove anni di dolore sono una eternità, una enormità devastante… proprio ora che pareva aprirsi uno spiraglio processuale per cercare di dare un volto a quel vile assassino che gli tolse Serena, in un bel giorno di maggio. Ironia della sorte matrigna.
E ieri, verso le 19, il cuore generoso di Guglielmo ha smesso di battere; quello stesso cuore che per 19 anni gli ha dato la vita e la forza di lottare per ottenere la giustizia dell’uomo, per quella giovane vittima che voleva solo un mondo migliore per i suoi amici. Speriamo che quella divina ristori Guglielmo della sua sete di giustizia, che la terra gli ha negato.
Antonio Mantova