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POLITICA

La crisi dei “Rottamatori”

Redazione Sora24
Redazione

Giudizi e proposte di alcuni aderenti al PD, delusi dalle scelte del partito, come dire a botta calda.

L’onore delle armi a tutti vinti e vincitori, perché si sono affrontati democraticamente sul piano delle idee e perché come suol dirsi ci hanno messo la faccia.

Complimenti ai vincitori, perché consacrati dal voto popolare e perché sono portatori delle sintesi che prefigurano le soluzioni volute dai cittadini.

Un tempo si diceva “la verità è rivoluzionaria”, ne abbiamo avuta la riprova in queste elezioni, la sola verità delle urne ha rivoluzionato le amministrazioni, ma sono certo che tale rivoluzione creerà radicali cambiamenti nei modo di approcciare la politica.

Sostanzialmente ne esce sconfitto il modello “un solo uomo al comando” e si accreditano modelli quali un partito come 5 STELLE, che ha connotazioni e dinamiche diverse dai partiti tradizionali, che ha sperimentato modi e prassi per distinguersi in politica e quello cosiddetto “ aggregazione trasversale” quale “DE DONATIS SINDACO” in cui il collante è l’obiettivo e il programma pur in presenza di gruppi che hanno legami o provenienze partitiche, che potrebbero esporlo ad appetiti di terzi.

Ma abbiamo ben compreso che su questo piano Roberto è ben attrezzato, visto come ha evitato l’amo tesogli dall’abile pescatore al secolo Mario Abruzzese in tema di chi avesse vinto le elezioni.

Sulle ragioni dell’alternanza a Sora avremo tempo per disquisire, come è da verificare la constatazione che molti cittadini si sono ricordati di sindaci poco interessati ai problemi della sanità e dell’acqua, magari anche sul significato di Esecutivo di Salute Pubblica, come evocato da qualcuno, per cui proseguiamo in riferimento al vissuto elettorale del PD.

Prima della presentazioni delle liste inviai, quale iscritto al PD, una lettera al Segretario Costanzo a cui polemicamente chiedevo se si era accorto che il partito era ormai desaparecido a Sora, poi purtroppo ci siamo convinti che la stessa cosa è generalizzata in altre località.

Credo che aldilà dei ruoli, se crediamo nel PD e nella sua mission, dovremmo aprire una profonda riflessione che parte dal Rottamatore e i suoi istinti cesaro-papisti e passa per il coro delle Walkirie affascinate dal suo splendore, a cui fanno da contrappunto tutti i beneficiati di alto rango purché ossequiosi prima che obbedienti e andando avanti le banche, per le quali i soldi non mancano mai, la Confindustria beneficiaria dei provvedimenti che hanno assolutamente distrutto le tutele del lavoro e per i lavoratori.

Ci dovremmo confrontare senza remore sulla politica del Lazio, in cui 5 anni di Zingaretti e suoi sicofanti hanno portato allo stremo in generale e la Provincia di Frosinone all’annichilimento tanto che, con insistenza, proposte PD, viene accorpata alla Campania o inserita come periferia di Latina.

Gli agglomerati industriali ormai inesistenti, il Lazio non ha mai formulato un piano industriale organico e coerente, l’occupazione sacrificata sull’altare delle delocalizzazioni e delle obbrobriose e umilianti forme di precariato millantate come forme di approccio dei giovani al lavoro, i trasporti pubblici nel più completo abbandono, lo sanno i pendolari, la sanità un pozzo senza fondo e senza costrutto, sprechi, ruberie, truffe, e il cittadino a pagare in soldi, in disservizi, in assoluta mancanza di una sanità a misura d’uomo.

A tutto ciò si aggiungono le dichiarazioni entusiastiche dei responsabili sulle positività ormai millantate come a portata di tutti, se non ci credono li preghiamo di venire a prendere un caffè a Sora.

Un paese impoverito, i giovani a cui si sta sottraendo la stagione migliore della vita, le famiglie in cui arrivare alla fine del mese è un miraggio, i pensionati tacciati di rubare il futuro ai giovani mentre con le loro miserrima risorse sono l’unico sostegno della famiglia, i lavoratori a cui si sottraggono i diritti e si froda la speranza di pensione, non potevano in qualche modo non esplodere e lo hanno fatto votando contro i boiardi di stato i cui privilegi crescono proporzionalmente al malessere dei cittadini, ma di questo non si parla mai.

Il voto è stato contro il PD e i troppi “si” acritici dei suoi dirigenti, ma soprattutto contro il Matteuccio Fiorentino e le sue cervellotiche riforme, che sono destinate solo a perpetuare il suo status, a garantire i poteri forti che lo sostengono e a tutelare l’apparato del consenso.

Crediamo che sia tempo che coloro che tengono al partito e ai suoi principi democratici, etici, politici e di progresso, impongano una consultazione generale, che non può essere una nuova edizione delle primarie, ma una assise costituente che riporti il partito ad essere la palestra dei diritti della gente, il luogo delle mediazioni politiche tra necessità e risorse e istanze dal basso e risposte dall’alto.

Rodolfo Damiani

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