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SERENA MOLLICONE

«Lasciata 4-5 ore per terra a morire». Guglielmo Mollicone, uno strazio infinito

Dopo l'annuncio della svolta nelle indagini, il papà di Serena ha ripercorso nuovamente quei terribili giorni del Giugno 2001.

Redazione Sora24
Redazione

Un maniacale lavoro durato anni e ricostruito punto per punto sulle colonne del Corriere della Sera: dopo ben 18 anni, l’omicidio di Serena Mollicone è finalmente arrivato a una svolta vera. Ci sono degli indagati, l’allora comandante della caserma di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna e il figlio Marco, tutti e tre accusati di omicidio volontario, come si legge nell’articolo pubblicato ieri.

«Diciotto anni di false piste, sospetti depistaggi e prove sparite», sottolinea lo storico quotidiano di via Solferino. Ora però si è giunti all’atto finale e «le conclusioni sono ormai note: la ragazza fu uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce in concorso tra l’allora comandante Franco Mottola, la moglie Anna e il figlio Marco. Sono tutti accusati di omicidio volontario».

«Non conta chi ha sferrato il colpo decisivo, mia figlia è rimasta lì a terra 4-5 ore, poteva essere salvata e si scelse invece di lasciarla morire – ha dichiarato telefonicamente Guglielmo Mollicone a Fulvio Fiano. Come per Cucchi – ha proseguito il papà di Serena – si è cercato di nascondere la verità perché altri in caserma hanno sentito quello che accadeva, ma qui l’Arma si è riscattata con le nuove indagini e la determinazione di arrivare in fondo. Io e Serena – ha concluso Mollicone nell’intervista rilasciata al Corriere – ci attendiamo ora un segnale di giustizia: che queste persone vengano arrestate come altri innocenti prima di loro e passino il processo in carcere».

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