L’obesità infantile rappresenta una delle sfide più preoccupanti per la salute pubblica nei Paesi industrializzati, e l’Italia non fa eccezione. Dati recenti mostrano che circa un bambino su tre tra i 7 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso, con una percentuale che arriva al 39% a 8 anni includendo il sovrappeso e al 17% per la sola obesità. Secondo la nutrizionista Daniela Caldaroni, si tratta di un fenomeno che impone interventi precoci, già in età prescolare, per prevenire conseguenze a lungo termine.

Le cause del problema

Alla base del problema vi sono abitudini alimentari scorrette, sedentarietà e un contesto definito obesogenico, caratterizzato da un’industria alimentare che promuove prodotti molto calorici, ricchi di zuccheri semplici e poveri di nutrienti. A questo si aggiunge un ridotto livello di attività fisica e la tendenza a stili di vita sedentari.

La prevenzione attraverso la nutrizione

Il ruolo del nutrizionista è fondamentale per ridurre i rischi e favorire uno sviluppo equilibrato. La dottoressa Caldaroni evidenzia l’importanza di una dieta varia ed equilibrata, ispirata al modello mediterraneo: frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce, latticini in quantità moderate, olio extravergine d’oliva come principale fonte di grassi e un consumo ridotto di carne rossa. La corretta distribuzione dei nutrienti durante la giornata prevede cinque pasti regolari. I carboidrati complessi dovrebbero fornire il 50-60% dell’apporto calorico, i grassi circa il 30% e le proteine il 15%, adattando le proporzioni all’età e al livello di attività fisica del bambino.

Il ruolo delle famiglie e delle scuole

La prevenzione passa anche dall’esempio degli adulti: pasti condivisi in famiglia, riduzione del tempo davanti agli schermi e almeno 60 minuti di attività fisica quotidiana sono strumenti efficaci per contrastare il fenomeno. Gli spuntini rappresentano un momento critico: sostituire merendine confezionate, bibite zuccherate e snack industriali con frutta fresca, yogurt naturale o preparazioni casalinghe sane aiuta a costruire abitudini alimentari corrette.

L’importanza dell’intervento precoce

Se un bambino mostra segni di sovrappeso, è necessario intervenire subito con modifiche delle abitudini alimentari e un incremento dell’attività fisica. In questi casi è utile il supporto di nutrizionisti e pediatri, che possono monitorare il percorso e accompagnare la famiglia nelle scelte.

La dott.ssa Caldaroni conclude affermando che l’aumento dell’obesità infantile non è inevitabile: «Con scelte consapevoli e un’educazione nutrizionale condivisa tra famiglie, scuole e comunità è possibile proteggere la salute dei più piccoli e prevenire problemi futuri».