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CRONACA

Martina Sperduti: «Il 27 Gennaio celebriamo il Giorno della Memoria»

Redazione Sora24
Redazione

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato a firma di Martina Sperduti, Referente Provinciale e responsabile Dipartimento Tutela Vittime Fdi-AN della provincia di Frosinone.

“Se dovessimo e potessimo soffrire le sofferenze di tutti, non potremmo vivere” Primo Levi

«La memoria della Shoah, dello sterminio programmato delle popolazioni ebraiche di tutta Europa. Attraverso il ricordo delle vittime del più ostinato e ossessivo e folle dei piani del Terzo Reich ricordiamo tutte le vittime del nazismo. Perché questo ricordo, che come monito contro l’odio dovrebbe vivere nelle menti di tutti gli uomini, possa impedire il ripetersi di tragedie simili. La Shoah è però unica. E’ diversa da ogni altro genocidio o strage abbia avuto luogo nella Storia. Perché non è stata dettata solo dal cieco odio razziale oppure da interessi politici ed economici. E’ stata la più lucida manifestazione della programmazione volontaria e sistematica della morte. Una macchina di morte, quella nazista, nella quale la “razionalità” dell’orrore era finalizzata alla morte dell’ultimo ebreo d’Europa, e presto, chissà, del mondo. Una macchina di morte che organizzava la morte di migliaia di ebrei romani non nella loro città, ma a migliaia di chilometri di distanza. Perché non era l’odio il primo motore della Shoah. Ma la maniacalità omicida dell’annientamento. La volontà deliberata di privare sistematicamente propri simili da un giorno all’altro del lavoro, del rispetto, degli amici, della dignità appellandosi ad una presunta delirante superiorità razziale.

Il “GIORNO DELLA MEMORIA” che viene celebrato ogni 27 gennaio, nella nazione e nelle scuole, serve proprio a non cancellare il ricordo delle sofferenze di allora, per saper scegliere di evitare nuove sofferenze oggi, ad altri popoli e ad altre persone, in qualsiasi parte del mondo.

Lo dobbiamo a tutti coloro che, per lasciarci questo insegnamento, hanno pagato con la propria vita della quale nuovi folli vorrebbero cancellare attraverso il negazionismo anche la memoria dei documenti ufficiali come i registri dei vari lager, i dati anagrafici relativi al numero degli ebrei in Europa prima e dopo la Seconda guerra mondiale, o alcune leggi naziste di quel tempo (ad esempio le Leggi di Norimberga del 1935).

Il 27 Gennaio del 1945 l’esercito sovietico varcava i cancelli di Auschwitz, il più grande dei campi di concentramento costruiti dai nazisti nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Aprendo gli occhi a un mondo che non aveva visto, costringendo alla realtà dei fatti tutti coloro che sapevano e avevano taciuto, portando i responsabili materiali del più grande omicidio di massa di sempre dinnanzi al tribunale degli uomini e della Storia. Spalancando gli occhi del mondo sulla più grande tragedia dei nostri tempi.

Una tragedia che ha portato il mondo a dire MAI PIU’. Un mondo che ancora oggi è costretto a invocare il proprio MAI PIU’ come una speranza. Questi solo alcuni dei freddi numeri tristemente approssimativi:

  • 6 milioni di ebrei morti nei lager e negli omicidi di massa perpetrati dai tedeschi e da alleati e collaborazionisti
  • almeno 300.000 zingari di etnia Rom e Sinti morti nei campi di concentramento (anche se numerose altre stime riportano cifre che potrebbero raggiungere le 800.000 vittime)
  • 300.000 esseri umani affetti da qualche tipo di disabilità mentale o fisica “eliminati” in nome dell’eugenetica e dell’”improduttività”
  • 100.000 oppositori politici del regime nazista uccisi (in maggioranza comunisti e liberali massoni)
  • 25.000 omosessuali
  • 5.000 testimoni di Geova

In questo caso la scelta di non mettere il logo del Dipartimento è voluta per non indurre a pensare a strumentalizzazioni di tematiche così delicate, ma vogliamo citare una frase di Elie Wiesel – premio Nobel per la pace 1986 : “Il silenzio è un premio immeritato per i carnefici: le Vittime muoiono una seconda volta”. Inoltre, invito, tutta la cittadinanza a ricordare la Shoah come meglio crede».

Martina Sperduti

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