Massimo Andreoni, direttore della UOC Malattie Infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), ha un’idea ben precisa delle modalità di contagio riguardanti le persone appartenenti alla cosiddetta “terza età”.
«Gli anziani si ammalano a casa, non fuori casa», ha dichiarato a Coffee Break su La7. Quando escono, ha continuato l’infettivologo romano, «sono molto ben protetti e quindi usano la mascherina, cercano di mantenere il distanziamento e quant’altro. Farli andare al supermercato quando non ci sono i giovan, quindi, risolverebbe una percentuale minima di contagi».
Il discorso, invece, cambia radicalmente tra le mura domesitiche: secondo Andreoni, difatti, «in famiglia inevitabilmente i contatti sono molto più complicati». Ad avvalorare la tesi, l’esperienza diretta del professore, che ha sottolineato la consistente quantità di anziani che quotidianamente raccontano di aver avuto a che fare con figli o nipoti dentro casa, risultando poi infettati. In definitiva, ha concluso Andreoni, «Non dobbiamo contare la malattia dentro casa, se noi vogliamo salvare gli anziani»