Sono tanti gli istituti e le attività commerciali sul territorio in cui è possibile vendere oro usato. I più comuni sono i negozi compro oro e il banco dei pegni. Ma dove conviene di più portare l’oro usato?
Banco dei pegni o compro oro: guida alla scelta
Le persone che hanno la necessità di ricevere denaro contante in cambio di oggetti in oro usati (ma anche in argento) possono scegliere se venderli definitivamente o dare in pegno quei preziosi. In entrambi i casi otterrebbero immediata liquidità da gioielli che magari conservano in cassaforte o nel portagioie da decenni perché non li indossano più o non li hanno mai indossati.
In tanti si chiedono, però, se sia più conveniente recarsi presso un compro oro ed effettuare la compravendita di oro usato o se impegnarli al monte di pietà. Tra le due opzioni esistono delle differenze di servizi che possono risultare vantaggiose per soddisfare alcune esigenze ma svantaggiose da un punto di vista economico.
Banco dei pegni: come funziona?
Molto in voga nei secoli passati, e con oltre 500 anni di onorato servizio, il Banco dei pegni, conosciuto anche con i nomi di Monte di pietà e Monte dei pegni, è un’istituzione finanziaria senza scopo di lucro e l’unica in cui era possibile portare beni preziosi prima della comparsa dei compro oro. Per “beni preziosi” si intendevano non soltanto gli oggetti in oro, argento e altri metalli preziosi, ma anche un cappotto realizzato con tessuti di qualità, un paio di scarpe su misura, il servizio da tavola o le lenzuola ricamate a mano della dote di nozze.
Qualsiasi oggetto che potesse essere rivenduto perché ritenuto pregiato o di valore, veniva impegnato al monte di pietà in cambio di un prestito necessario a comprare beni di prima necessità. Le condizioni economiche di quei tempi erano più vantaggiose rispetto agli andamenti di mercato.
L’oggetto dato in pegno rappresentava, dunque, la garanzia che la cifra erogata rientrasse nelle casse del banco dei pegni entro un limite di tempo prestabilito. Allo scadere del periodo del prestito, la persona che avevo restituito l’intera somma poteva rientrare in possesso dei propri beni impegnati, mentre chi non riusciva a restituire il finanziamento perdeva la proprietà dell’oggetto impegnato, che veniva venduto all’asta.
Da quando è nata l’attività dei compro oro, quella proposta dal monte dei pegni è una forma di prestito a cui si accede molto di rado, ma comunque alcune persone preferiscono questa modalità (nella sua versione più moderna) piuttosto che vendere subito gli oggetti preziosi.
Oggi, infatti, gli oggetti di valore che è possibile impegnare al banco dei pegni, di pertinenza delle banche o degli istituti di credito, sono soltanto i gioielli in oro o in argento, gli orologi e altri gioielli realizzati con questi materiali o con pietre preziose, ricevendo in cambio un prestito immediato a cui va aggiunta la percentuale sui tassi di interesse (che varia dal 5 al 15%).
La scelta del monte di pietà rispetto al compro oro viene effettuata sulla base della speranza di disporre di quel denaro chiesto in prestito entro un breve periodo, e dunque di potersi riappropriare di quella collana a cui si era affezionati data in pegno per far fronte ad una spesa imprevista e urgente.
Ma c’è un contro: il prestito che si riceve in cambio del pegno, sebbene il valore dell’oggetto dato in pegno venga stimato da un perito della banca, ha un valore economico decisamente inferiore a quello dell’oggetto. Ad esempio, dando a garanzia una collana di 100 grammi, la somma elargita potrebbe ammontare a poche centinaia di euro. Pertanto, la persona che chiede il prestito al banco dei pegni e che non riesce a restituire la somma al termine della polizza, rischia di perdere un oggetto di valore che avrebbe venduto ad una cifra di gran lunga superiore se si fosse rivolto a un compro oro.
Compro oro: come funziona?
Chi cerca un compro oro Roma sa bene che non potrà riavere indietro l’oggetto in oro usato che venderà, perché i compro oro non sono istituti di credito ma sono attività specializzate nella compravendita di oro e argento usato. Ma se per alcuni questo potrebbe essere inteso come uno svantaggio, per molti altri è in realtà una scelta conveniente e vantaggiosa analizzando altri punti di vista, primo fra tutti quello economico.
Come accennato, il corrispettivo economico offerto dal monte di pietà non viene calcolato tenendo conto della quotazione dell’oro usato e della sua valutazione. I compro oro, invece, prima di acquistare un oggetto in oro o argento, comunicano al cliente la quotazione di mercato in tempo reale dell’oro puro al momento della compravendita, secondo le indicazioni della Borsa di Londra, per poi eseguire un’accurata valutazione dell’oggetto prezioso.
In questa seconda fase, l’esperto compro oro analizza il peso, la caratura, l’eventuale presenza di una firma famosa o di pietre preziose, per poi proporre il prezzo di acquisto dell’oro usato (a cui vanno aggiunte le commissioni), che pagherà in contanti per cifre minori o uguali a 499€ e con modalità di pagamento tracciabili per cifre superiori.
Ma la vendita di oro usato ai compro oro risulta maggiormente vantaggiosa anche nei casi di situazioni finanziarie precarie. Se il possessore dei gioielli non è sicuro di poter saldare il prestito in breve tempo, farebbe bene a non rivolgersi al banco dei pegni perché perderebbe gli oggetti in cambio di cifre non equivalenti al valore dei preziosi.
In un compro oro otterrebbe, invece, la reale valutazione dell’oro usato investendo su oggetti di cui non se ne farebbe nulla, che non ha mai usato o non usa più, spesso rotti e fuori moda, e a cui magari non attribuisce alcun valore affettivo.