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COMUNICATO STAMPA

Museo di Sora, la proposta di Cerqua: «Provare a entrare nel SIF»

La consigliera comunale torna sul tema "caldo" della settimana. «Museo-Biblioteca-Archivio Storico e accreditamento: Un destino comune? Il bando per il direttore scientifico è solo un pretesto».

Redazione Sora24
Redazione

«Torno sul problema del Museo di Sora noto alle cronache nazionali in questi giorni. In attesa che l’amministrazione si pronunci sulla sorte del bando vorrei focalizzare l’attenzione sul tema dell’accreditamento in OMR, che significa rientrare nell’organizzazione museale regionale per poter avere maggiore punteggio nel rispondere ai successivi bandi della Regione Lazio. Per avere finanziamenti bisogna poi rispondere ai bandi con progetti validi.

Ma lo stesso problema riguarda la Biblioteca Comunale, che non essendo certo figlia di un dio minore, anzi punto di riferimento di centinaia di ragazzi, dovrebbe condividere con il museo gli stessi obiettivi. Idem per l’Archivio Storico. Mi auguro che si stia lavorando anche su questo fronte per accreditarla, entro la stessa data del 31 gennaio, nell’OBR (Organizzazione Bibliotecaria Regionale). I requisiti sono per alcuni versi simili, ma in questo caso non è richiesto un direttore scientifico.

Mentre il museo, orfano di direttore dal 31 dicembre 2015 e chiuso al pubblico in concomitanza con il lockdown a inizio di marzo 2020, la biblioteca non ha subito arresti nella sua attività, restando aperta anche con le difficoltà inerenti l’epoca COVID. Dovrebbe essere pertanto più facile per l’Amministrazione sanare le criticità che ne hanno portato all’esclusione dal sistema lo scorso anno.

Ecco il punto, i requisiti per il museo. Quello del direttore scientifico è solo uno di quelli obbligatori, ma dove sono gli altri? Le minimo 24 ore di apertura settimana o i 100 giorni annui, con un minimo di 4 ore giornaliere; il sito web; il documento economico-finanziario; ma soprattutto il piano delle attività qualificata e continuativa svolte. Requisiti che devono essere posseduti alla data di compilazione della domanda e che fanno riferimento all’attività del triennio precedente o quantomeno dell’ultimo anno. Sono dell’opinione che il museo, direttore a parte, non si riesca ad accreditare almeno per quest’anno, ma è necessario riaprirlo, anche all’indomani se ci sono tutte le condizioni e iniziare a lavorare per accreditarlo nel 2023.

Allora le mie domande sono: è davvero necessario ostinarsi in una procedura che per quanto apparentemente legittima risulta quanto meno inopportuna? Perché continuare a portare avanti un bando che non recepisce la normativa di settore con tutti i problemi sollevati in questi giorni? Perché non lavorare invece a testa bassa per la riapertura, la soluzione di importanti criticità come l’accesso dell’intera struttura ai diversamente abili cui alcune zone del museo (quelle più importanti) sono ancora interdette, per la messa in sicurezza delle opere (di proprietà statale) che nel piano seminterrato stanno subendo importanti danni a causa dell’elevato tasso di umidità con il rischio che la Soprintendenza possa intervenire pesantemente?

Si potrebbe procedere, ad esempio, facendo rete con altri musei del territorio o chiedendo di entrare nel SIF (Sistema Integrato Frusinate per la Cultura). Questo permetterebbe di acquisire requisiti e punteggi importanti per rispondere comunque ai bandi ed essere accreditati l’anno successivo in OMR. Si potrebbe anche stringere una convenzione con museo di altri comuni limitrofi (come Atina, Veroli o Ceprano) per condividere il loro direttore scientifico, nelle more dell’espletamento di un concorso dignitoso. Che poi vi fossero anche modi, previsti anche dal codice degli appalti, per trovare pochi spicci per conferire un minimo “rimborso spese” almeno per un anno un professionista è tema già noto».

È quanto dichiara la consigliera comunale Manuela Cerqua.

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