In questa settimana, quasi tutte le scuole del nostro territorio riaprono i tradizionali cancelli, risuona la storica campanella e le mute aule torneranno a risuonare del vociare dei ragazzi e non solo.
In questi giorni mi è capitato di leggere, sull’argomento, brevi messaggi, brevi considerazioni e saluti, oppure veri e propri “saggi” sul tema scuola, che da decenni riguardano i problemi irrisolti. Il mondo politico da decenni tenta riforme e contro-riforme, i testi a cui mi riferisco, quasi sempre parlano sì di riforma, ma soprattutto esprimono il desiderio che la scuola torni ad “essere se stessa” ossia luogo di apprendimento e formazione; in una parola, luogo per una educazione integrale ed integrata; una scuola che affronti o riaffronti il compito educativo, per offrire alla società uomini e donne formati in materia professionale, ma anche in una maturità completa ed armonica della persona: per fare questo deve funzionare al meglio un vero cantiere, dove contemporaneamente lavorano veri ”maestri” competenti anche nell’arte di umanità, e così consentire agli alunni un vero sviluppo armonico delle loro diverse potenzialità ..
Cito alcuni temi, come ipotesi di lavoro, riscontrati nei diversi documenti: “la sfida dell’E-ducazione, educare è integrare, accogliere e celebrare la diversità, affrontare il cambiamento, inquietudine come motore educativo, una pedagogia della domanda, non scartare nessuno, vivere una facoltà generativa e familiare… la scuola luogo di incontro e di socializzazione, soprattutto luogo di apprendimento e di crescita armonica, tutto non riguarda solo gli alunni, ma anche insegnanti e genitori.
Alcuni insistono nel sottolineare la necessità di una scuola accogliente, dove l’alunno si senta accolto, stimato, amato, incoraggiato, e dove sia bandito il pessimismo che tarpa le ali e soprat-tutto la speranza. .
Questi sono solo cenni di tematiche, e coloro che le propongono le sviluppano anche con analisi, riflessioni e motivazioni. Una cosa è cera che tutte queste tematiche, anche se non tutte insieme, vivono la loro attualità e provocano gli addetti nel grande “cantiere“.
Per chi legge vorrei proporre ancora una similitudine: quella di una “operazione algebrica”. Un esercizio algebrico parte da pochi dati dove sono segnati. “Numeri, parentesi, segni convenzionali che indicano tante operazioni da eseguire; al termine dello svolgimento risulta occupato anche mezzo foglio: – da pochi elementi tanto risultato – ma solo se tutti i passaggi sono stati svolti correttamente il risultato sarà quello previso, altrimenti ci potrà essere anche un procedimento corretto, ma il risultato previso non c’’è.
A questo punto non mi resta che augurare, in questo inizio d’anno scolastico, un buon lavoro di squadra, con tante uniche finalità; ma solo lavorando in operazione algebrica e con il contributo di tutti gli operatori, alla fine avrà il risultato prefisso, o almeno ci si avvicinerà il più possibile.
Educare, è stato scritto, è una delle arti più appassionanti dell’esistenza e richiede conti-nuamente passione, attaccamento e l’ampliamento degli orizzonti, includendo sempre fiducia, perché ogni meta è possibile e volere è potere.
Con la simpatia di sempre
don Mario Zeverini