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POLITICA

Rodolfo Damiani (FNP CISL): «Si salvi chi può»

«Il dramma è lo stesso, dopo anni di politica sanitaria velleitaria, inconcludente e di facciata, negli ospedali italiani si decide prima chi ha diritto alla vita».

Redazione Sora24
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Visto che siamo in tema di battute, permettete che, anche io, aggiunga alla lista delle amene boutade anche la mia : SOLO CHI CADE PUO’ RISORGERE. Ma purtroppo non mi sembra di trovare riscontri storici, altrimenti ai dati odierni sul COVID ci sfregheremmo le mani e ci saluteremmo in allegria. Siamo da primato, alla data odierna abbiamo più morti in percentuale rispetto agli Stati Uniti. Nei giorni passati di giudizi negativi sugli States ne abbiamo formulati molti, se compariamo i risultati c’è da stare poco allegri.

Qualcuno mi taccerà da vetero sindacalista, pronto a criticare tutto e tutti, ma credo sia innegabile che di fronte ad una pandemia, che già presenta difficoltà nella novità del contagio e della evoluzione, dobbiamo registrare errori clamorosi di valutazione, comportamenti non virtuosi di singoli, scelte di parte fatte solo perché di parte e infine la consueta scia dell’emblema nazionale progetti-lavori-appalti o la cui utilità scopriamo non essere adeguata. Niente di nuovo sotto il sole, la FNP di FR concorda che alla fine siamo alla stessa conclusione di marzo.

Il dramma è lo stesso, dopo anni di politica sanitaria velleitaria, inconcludente e di facciata, negli ospedali italiani si decide prima chi ha diritto alla vita. Perché le strutture ospedaliere, vittime di politiche nazionali della lesina e regionali del clientelismo si sono contraddistinte per il restringimento dei posti letto, sostituiti con cervellotici centri o procedure fino ad arrivare allo sfascio attuale.

Ogni giorno a fronte delle morti evitabili, noi della FNP riteniamo che ci dovrebbe essere una chiamata per correità della filiera politico sanitaria e di quanti hanno preferito tacere. Sono bastate due note di luminari dell’etica medica per constatare che, malgrado i sacrifici di chi opera in prima linea e muore un po’ con il paziente che non riesce a salvare, ha posto le basi per una serie di morti premeditate, ma si è anche premunito di dire, forse per un tardivo risveglio della coscienza, che verrà fatto il possibile per aiutare i predestinati.

Non dice però che le concause aggravanti del virus magari è l’ipertensione, che si cura con una pasticca ma è altro che manca. Manca l’etica sociale, manca l’etica civile, manca l’etica cristiana, la natura del contendere non sono i problemi dei cittadini ma il catturare consensi alle elezioni, non importa se ciò potrebbe comportare danni collettivi e vantaggi a gruppi ristretti. Veniamo alla provincia di Frosinone, che trattata in passato come la Cenerentola della sanità regionale da parte di 6 governatori di tutto l’arco costituzionale sta vivendo quanto c’era da aspettarsi e quanto preconizzato dalla FNP, dopo la progressiva chiusura della maggioranza degli ospedali, ” la razionalizzazione” di quelli rimasti e la creazione di una serie di strutture che di sanitario hanno solo il nome.

Per cui mi permetta qualche amico di vecchie battaglie per la sanità di non condividere l’entusiasmo per le nuove proposte di destinazione parcellizzata di scopo dei nosocomi ciociari. A nome dei tanti anziani che hanno ben meritato per questo territorio noi daremo il nostro giudizio quando Malthus sarà bandito dalle circolari dei medici , quando non ci sarà più pericolo di eutanasia scelta da altri, quando avremo libertà di cura e uguale dignità di trattamento degli altri cittadini. Rodolfo Damiani

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