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CRONACA

Senato, l’ultima di Roberto Calderoli imbarazza anche Ignazio La Russa

Singolare intervento dell'esponente leghista durante la discussione in aula sulla doppia preferenza in Puglia.

Redazione Sora24
Redazione

«È diventata legge la parità di genere introdotta con il Decreto del governo che ha attuato i poteri sostitutivi. Non saranno più tollerati giochi politici tra voti segreti e ostruzionismo a danno delle donne». Così ieri sulla propria pagina social istituzionale Francesco Boccia, ministro per gli affari regionali e le autonomie nel Governo Conte II.

«Il voto finale di oggi in Senato sul decreto sulla doppia preferenza nelle leggi elettorali – ha commentato sottolineato Boccia – è un risultato storico; la politica italiana ha voltato definitivamente pagina, non saranno più tollerati atti e voti contro la parità di genere. La parità appartiene a quella categoria di diritti universali, sociali e civili, che una democrazia matura come la nostra deve sempre tutelare. Siamo intervenuti attivando i poteri sostitutivi per tutelare l’unità giuridica e, in particolare, la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che prescindono dai confini territoriali dei governi locali. È un esempio che farà storia».

Dello stesso avviso, però, non è stato Roberto Calderoli, protagonista tra l’altro di un singolare intervento che ha suscitato polemiche nonché la reazione imbarazzata del Vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa («Non avventuriamoci…») come si può ascoltare nel video.

Calderoli, in sostanza ha dichiarato che «la doppia preferenza di genere danneggia il sesso femminile perchè normalmente il maschio è maggiormente infedele del sesso femminile. Per cui, accanto a una candidatura maschile, il maschio solitamente si accoppia con quattro/cinque rappresentanti del gentilsesso, cosa che la donna solitamente non fa. Il risultato è che il maschio si porta i voti di quattro/cinque signore e le signore non vengono elette».

Poco dopo, invece, sulla sua pagina social ha postato un altro messaggio.

«Vorrei capire – scrive Calderoli – il perché con tutte le urgenze che deve affrontare questo Paese, dall’economia in ginocchio alle scuole che rischiano di non ripartire, il Governo Conte si sveglia il 23 luglio scoprendo improvvisamente, dopo cinque anni, l’urgenza di adeguare la normativa elettorale in Puglia, mandando una diffida al governatore regionale di adeguarla sostanzialmente in cinque giorni, per poi procedere il 31 luglio con un decreto legge. Decreto che secondo me non si poteva fare, che è un obbrobrio ed è un pericolo per la regolarità delle elezioni, intervenendo sulla modalità di espressione del voto e sulle quote di liste».

«Vorrei capire – prosegue lo storico esponente leghista – perché il Governo si sveglia a fine luglio 2020 quando le elezioni regionali in Puglia, senza il Covid, si sarebbero dovute tenere a maggio eppure nei mesi precedenti nessuno nel Governo si è era svegliato. A me questo sembra solo un provvedimento propagandistico, poi non so ‘cui prodest’, se sia fatto per riuscire a portare anche il Movimento 5 Stelle a supporto di Emiliano o per far ritirare la candidatura di Scalfarotto? Sul decreto sulla doppia preferenza di genere per le prossime elezioni regionali in Puglia abbiamo sentito toni esaltanti dal presidente Conte per cui ‘con questo imperativo morale, politico e giuridico è stata scritta una pagina di storia dei diritti politici’, mentre per il ministro Boccia ‘la doppia preferenza appartiene alla categoria dei diritti universali’. Peccato che questo decreto nei corridoi venga considerato un ‘decretino’, venga chiamato in maniera impropria e volgare il decreto delle donne, e alla Camera dei Deputati sia stato esaminato e discusso in appena un paio d’ore. Io invece ritengo che ogni volta che un decreto legge interviene sulla materia elettorale sia un fatto grave e questo decreto da un punto di vista normativo, costituzionale, dei tempi e degli effetti che produce, per quanto mi riguarda è un obbrobrio, per i suoi contenuti».

«Perché – sottolinea l’ex ministro delle riforme istituzionali nel governo Berlusconi II – che il Governo faccia un decreto sbagliando non i riferimenti normativi ma il testo è qualcosa che non dovrebbe accadere! E qui nell’articolo 1 si dice che il mancato recepimento nella legislazione regionale in materia di sistemi di elezioni del presidente e degli altri componenti della giunta regionale vada riferito alla Legge del 15 febbraio 2016, peccato che in questa legge a cui si fa riferimento non si parla di elezione dei membri della giunta che non vengono eletti da nessuno, per cui si utilizza un riferimento sbagliato nei contenuti. Ecco il perché è un obbrobrio e aggiungo anche pericoloso. Ricordo che la Legge 400/88 specificamente dice che non si può usare la decretazione d’urgenza nelle materie rientranti nel quarto comma dell’articolo 72 della Costituzione nella materia elettorale, per cui è escluso che si possano fare decreti legge in materia elettorale, è vero che in passato c’è stato qualche pericoloso precedente ma lo si faceva con l’accordo di tutte le forze politiche e qui nessuno è stato consultato, inoltre di solito si incide sul procedimento elettorale non sul sistema elettorale.

Per cui – chiude Calderoli – questo decreto legge non solo non si poteva fare ma rappresenta un pericolo per la regolarità delle elezioni».

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