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CRONACA

Sora: 3.800 firme per chiedere di salvare lo storico convento dei Padri Passionisti

Imponente mobilitazione dei sorani. La toccante lettera dell’Associazione San Gabriele.

Redazione Sora24
Redazione

Un accorato appello affinché questa storia, nata nel lontano 1842, possa proseguire nel segno della fede e della carità. L’Associazione San Gabriele ha scritto a Padre Giuseppe Adobati, Superiore Provinciale dei Passionisti, a Padre Matteo Piccioni, Consultore VCSFP Area Centro, ai Membri del Consiglio della Provincia Passionista MAPRAES (E p.c. Rev.mo Superiore Generale), al vescovo e al sindaco di Sora, S.E. Gerardo AntonazzoDott. e Luca Di Stefano.

«Una lettera accorata e piena di affetto sincero con l’intento di spiegare al Superiore Provinciale, al Consultore dell’Area Centro e ai Membri del Consiglio della Provincia Passionista di MAPRAES quanto siano importanti i Padri Passionisti per la città di Sora e per il territorio tutto – si legge nell’introduzione. Una nota inviata per conoscenza anche al Superiore Generale Passionista, a S.E. il Vescovo Antonazzo e al Sindaco Di Stefano per sensibilizzarli ulteriormente al problema. Un messaggio davvero importante, condiviso da ben 3800 persone che, firmando in calce, hanno voluto testimoniare l’insostituibile legame con la realtà passionista. Non solo parole ma un vero grande ed infinito abbraccio da parte di un esercito simbolico di persone, schierate a testimoniare come “con un operato encomiabile, costante, umile e silenzioso, i Passionisti hanno contribuito alla crescita spirituale di tanti e sono stati vicini ai sorani condividendo momenti di gioia e di dolore, di festa e di preghiera, di gioco e di impegno sociale. Hanno ufficiato matrimoni, hanno battezzato bambini, hanno dato prime comunioni, sono stati vicini ai morenti con il sacramento dell’estrema unzione, hanno celebrato funerali. Sono stati guida per intere generazioni di ragazzi, nonché supporto per anziani e malati, sia in casa che in ospedale, non facendo mai mancare aiuto e presenza”. L’iniziativa, promossa dagli ex membri dell’Associazione Cattolica Sportiva di San Gabriele (A.C.S.S.G.), fondata nei primi anni ’70 quale testimonianza del profondo legame tra i giovani ed i Padri Passionisti, e da un considerevole numero di cittadini che si sentono vicini a questa importante realtà passionista, è volta a chiedere un incontro con i vertici per definire soluzioni alternative e sostenibili volte ad evitare la chiusura del Convento e della Chiesa. Impossibile pensare Sora senza i Padri Passionisti, perché davvero la città non sarebbe più la stessa. E le foto allegate alla nota lo dimostrano perché forte e indissolubile è da sempre il legame tra la Comunità Passionista ed il territorio tutto… “angeli silenziosi” che con il loro operato hanno illuminato ed illuminano la vita di tanti».

Di seguito il testo della missiva, alla quale sono state allegato ben 3.800 firme.

«Reverendissimo Superiore Provinciale Padre Giuseppe, Reverendissimo Consultore Padre Matteo Piccioni Reverendissimi Consiglieri tutti, con la presente siamo a rappresentarVi il totale sgomento e l’assoluta costernazione che l’ipotesi di chiusura del Convento dei Padri Passionisti di Sora ha destato in tutta la nostra città.

La notizia, diffusasi velocemente attraverso i vari mezzi di comunicazione e i social, ha lasciato attonita l’intera comunità che, a fronte di una decisione così radicale, sente il dovere di manifestarVi il proprio pensiero, con l’intento di spiegarVi l’importanza del ruolo e della presenza dei Padri Passionisti a Sora. Sebbene consapevoli che l’esiguo numero di vocazioni costituisca una problematica sempre più grande e difficile da gestire, è importante per noi esplicitarVi che la presenza dei Passionisti costituisce, dal lontano 1842, un vero e proprio faro per l’intera città di Sora e per tutto il territorio circostante.

Con un operato encomiabile, costante, umile e silenzioso, i Passionisti hanno contribuito alla crescita spirituale di tanti e sono stati vicini ai sorani condividendo momenti di gioia e di dolore, di festa e di preghiera, di gioco e di impegno sociale. Hanno ufficiato matrimoni, hanno battezzato bambini, hanno dato prime comunioni, sono stati vicini ai morenti con il sacramento dell’estrema unzione, hanno celebrato funerali. Sono stati guida per intere generazioni di ragazzi, nonché supporto per anziani e malati, sia in casa che in ospedale, non facendo mai mancare aiuto e presenza. Sempre vicini a tante famiglie in difficoltà, mai hanno chiesto qualcosa in contraccambio.

Al contrario sono stati sempre pronti a tendere una mano, a dare un sostegno morale, a spendere una parola buona. Pag. 2 a 16 È difficile spiegare i sentimenti che ciascuno di noi sente nel proprio cuore, perché davvero profondi, radicati e basati su un rapporto speciale che ha coinvolto generazioni e generazioni. È complicato sintetizzare in poche righe l’importanza che riveste la loro presenza sul territorio, così come è complesso trasmettere o narrare ogni singolo episodio che li vede protagonisti insostituibili nella vita di ciascuno.

La verità, Reverendissimo Superiore Provinciale e Reverendissimi Padre Consiglieri, è che, oggi come in passato, la presenza dei Padri Passionisti rappresenta per Sora una vera e propria colonna portante, quale esempio e sostegno di intere generazioni, dai nonni dei nostri nonni a noi. Possiamo semplicemente dire che sono stati “gli angeli silenziosi” della nostra realtà cittadina, perché con il loro operato hanno illuminato la vita di tanti rendendoli migliori.

A fronte di tutto quanto rappresentato, nonché in considerazione del legame forte ed indissolubile che lega i Padri Passionisti al nostro territorio ed all’esistenza di ciascuno di noi, siamo a chiederVi, con il cuore in mano, un incontro volto a definire soluzioni alternative che possano permettere di percorrere una via di sostenibilità per il Convento, per la Chiesa e per la presenza dei Padri a Sora. Certi che l’impegno e la volontà di ognuno possano fare la differenza, riuscendo ad impedire il verificarsi di una perdita così grave, quale ferita incurabile per la popolazione tutta, restiamo in attesa di un Suo sollecito riscontro».

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