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POLITICA

SORA – 7 motivi per dire No alla società “In House Providing” per la gestione della Farmacia Comunale

Fabrizio Pintori spiega dettagliatamente la posizione del Movimento Cinque Stelle.

Redazione Sora24
Redazione

«Nella Conferenza dei Capigruppo svoltasi ieri per affrontare la questione della Farmacia Comunale ed alla quale ha partecipato, in qualità di esperto del settore, il Presidente di Assofarm. Durante i lavori della Conferenza è emerso che l’Amministrazione non intende procedere alla vendita della Farmacia. Sono state, inoltre, esaminate le possibili forme di gestione che potrebbero essere adottate nel futuro.

Particolare attenzione è stata posta sia alla forma della gestione tramite una società “in house” (100% del Comune) che a quella con società mista partecipata da un socio privato farmacista (modello attuale). Al riguardo, il M5S Sora ha ribadito che la soluzione migliore per la Farmacia sarebbe quella della società partecipata di capitali nella forma della società di Benefit, inoltre per quanto concerne gli attuali dipendenti ha chiesto delle rassicurazioni sul loro futuro.

Nella Capigruppo non sono stati messi a disposizione dati e numeri relativi ad altre farmacie comunali gestite da società “in house” che possano supportare l’eventualità di questa scelta, che francamente non convince. Infatti, il M5S Sora ha depositato un documento, per farlo allegare al verbale della seduta, nel quale indicata sette motivi per i quali la gestione “in house” non convince.

Il documento completo è consultabile sulla pagina Facebook del M5S Sora all’indirizzo: www.facebook.com/movimento5stellesora/. Di seguito si elencano in forma sintetica i motivi per i quali, a parere del M5S Sora la società “in house” non è la soluzione conveniente:

1° motivo: Perché il Comune dovrebbe rinunciare a incassare dal nuovo socio privato della società mista qualche centinaio di migliaia di euro a titolo di valore della quota? Nell’ipotesi di società al 100% comunale l’attuale socio privato verrebbe liquidato e non vi sarebbe alcun nuovo socio che, con la somma versata per subentrare a quello precedente, consentirebbe di dare copertura finanziaria a tale liquidazione.

2° motivo: Perché il Comune dovrebbe rinunciare immediatamente a incassare il canone annuale di €20.000 (oggi pagato per il 49% dal Socio privato della società mista)? L’attuale società mista che gestisce la farmacia comunale paga ogni anno al Comune un importo, a titolo di canone, pari a €20.000, di cui il 49% (€9.800) è pagato, di fatto, dal socio di minoranza (il farmacista privato). Con una società interamente pubblica non vi sarebbero più soggetti terzi rispetto al Comune che possano corrispondere un canone annuo alle casse comunali.

3° motivo: Perché abbandonare un modello, quello della società mista pubblico-privata, che ha dato buoni risultati? L’esperienza di circa 20 anni della società mista tra il Comune e il farmacista, socio operativo con il 49% del capitale, può essere giudicata positivamente. Se c’è qualcosa che funziona, perché cambiarla per entrare nel terreno incerto, denso di rischi economici, di un nuovo modello di gestione della farmacia comunale?

4° motivo: Perché si dovrebbe confidare sulla capacità del Comune di svolgere al meglio la funzione di “farmacista-imprenditore”? Il Comune ha già maturato una lunga esperienza con una sua società controllata al 100% (Ambiente s.u.r.l.) che opera in regime di esclusività e, quindi, senza concorrenza, nella gestione dei rifiuti solidi urbani. Al contrario, nella gestione delle farmacie non è presente un regime di monopolio degli enti locali, bensì, un mercato competitivo, nel quale la Farmacia Comunale è in concorrenza con quelle private (e anche, per alcuni aspetti, con le parafarmacie).

5° motivo: Perché pensare che solo con la gestione diretta della farmacia si possa garantire la sua funzione sociale? Questo obiettivo può essere raggiunto solo grazie alla gestione diretta attraverso una società di proprietà interamente comunale? No. Infatti, lo statuto della nuova società mista che, secondo la proposta già formulata dal M5S Sora, assumerebbe la veste giuridica di Società Benefit, potrebbe contenere, in particolare nell’oggetto sociale, una specifica, chiara e ampia descrizione delle finalità di tipo sociale che essa dovrebbe perseguire.

6° motivo: Perché non considerare che la funzione socio-sanitaria si sta già diffondendo nell’intero mondo delle farmacie, sia a proprietà pubblica che privata? Si sta ormai diffondendo il modello della “farmacia dei servizi” che, istituita 10 anni fa con la legge 69/2009, è finalizzata a consolidare la vicinanza delle farmacie ai cittadini, nel senso di realizzare un modello di “farmacia di comunità” che valorizzi il ruolo socio-sanitario della farmacia, sia essa pubblica che privata. E’ evidente quindi che la funzione sociale possa essere presidiata anche attraverso un modello giuridico di gestione della farmacia comunale che non sia esclusivamente quello della società in house.

7° motivo: Perché (nell’eventuale caso di Società Multiservizi che gestisca anche i rifiuti) gestire in un’unica società al 100% del Comune sia il ciclo dei rifiuti urbani che la farmacia comunale? Non si conoscono gli specifici intendimenti dell’attuale Amministrazione, ma se per caso si intendesse conferire il titolo farmaceutico in un’unica società che gestisca sia il ciclo dei rifiuti urbani che la farmacia comunale, ci chiediamo quale sia la logica industriale sottesa a tale scelta.

Al momento non sono state prese delle decisioni ufficiali e per approfondire ulteriormente l’argomento sulle possibili forme di gestione della Farmacia Comunale si terrà a breve una nuova Conferenza dei Capigruppo».

È quanto dichiara il consigliere comunale e portavoce cittadino del Movimento Cinque Stelle di Sora, Fabrizio Pintori.

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