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CRONACA

Sora e dintorni: da 52.500 a 50.000 residenti. Meno 2.500 persone in appena nove anni

Tutti i numeri di una situazione oggettivamente grave e che obbliga a comportarsi con profondo senso di responsabilità e altruismo nei confronti di chi è ancora giovane, ha un'aspettativa di vita come minimo trentennale e vuole vivere qui.

Lorenzo Mascolo
Lorenzo Mascolo

I comuni di Sora, Isola del Liri, Arpino, Castelliri e Broccostella, cinque centri contigui che, escludendo la parte storica della Città di Cicerone ed alcune frazioni collinari, rappresentano oramai un’unica conurbazione, sono così classificati per ciò che riguarda la superficie:

SORA 72,13 kmq
ISOLA DEL LIRI 16,01 kmq
ARPINO 56,24 kmq
BROCCOSTELLA 11,79 kmq
CASTELLIRI 15,32 kmq

TOTALE: 171,49 kmq

Va sottolineato che solo il 40% del territorio sorano è pianeggiante e che anche gli altri quattro comuni presentano porzioni di superficie collinare e montana: non è un azzardo, pertanto, affermare che la maggioranza degli abitanti del circondario sia concentrata sostanzialmente in un centinaio di kmq, con una distribuzione simile a quella che si rileva in alcuni piccoli capoluoghi di provincia.

NUMERI

Passando ad analizzare le statistiche demografiche, si scopre che negli ultimi nove anni l’area in questione ha perso circa 2.500 residenti, stando ai dati riportati da tuttitalia.it, portale che ospita tutti i numeri dei comuni italiani aggiornati sistematicamente. In particolare, il totale dei residenti di Sora, Isola del Liri, Arpino, Castelliri e Broccostella, che al 31/12/2010 era pari a 52.494 unità, alla fine del 2019 è sceso a 50.050.

Di seguito i dati e le differenze calcolate per ogni singolo comune.

SORA 31/12/2010: 26.589 residenti
SORA 31/12/2019: 25.770 residenti
Differenza 2010/2019: –818 residenti
Variazione percentuale 2010/2019: -3%

ISOLA DEL LIRI 31/12/2010: 11.991 residenti
ISOLA DEL LIRI 31/12/2019 – 11.187 residenti
Differenza 2010/2019: -804
Variazione percentuale
2010/2019: -6,7%

ARPINO 31/12/2010: 7.552 residenti
ARPINO 31/12/2019: 7.014 residenti
Differenza 2010/2019: -538 residenti
Variazione percentuale 2010/2019: -7.1%

BROCCOSTELLA 31/12/2010 2.823 residenti
BROCCOSTELLA 31/12/2019 2.710 residenti
Differenza 2010/2019: -113 residenti
Variazione percentuale 2010/2019: -4.0%

CASTELLIRI 31/12/2010: 3.539 residenti
CASTELLIRI 31/12/2019: 3.332 residenti
Differenza 2010/2019: -207 residenti
Variazione percentuale 2010/2019: -5.8%

FUTURO

Se questo trend oramai decennale non cambierà, assisteremo a una ancor più veloce desertificazione del territorio che si ripercuoterà brutalmente sull’economia e sui servizi, nonché sulla scelta, da parte dei più giovani, di costruirsi una vita qui. Rispetto al 2010 abbiamo 2.500 persone in meno che fanno la spesa, circolano con l’auto, prendono un caffè al bar, hanno bisogno di un professionista, dell’ospedale, pensano di aprire un’attività, ecc. Se il trend non cambierà, Sora scenderà sotto i 20 mila abitanti, Isola sotto i 10 mila, ed entrambe torneranno ai numeri di 100 anni fa.

È doveroso sottolineare che il trend negativo riguarda tutti i comuni della provincia di Frosinone, anche la stessa Cassino che fino al 2018 era l’unico dei centri più popolosi in controtendenza. Ma è altrettanto necessario ammettere che con il mal comune e il mezzo gaudio non si risolvono i problemi, anzi. In più, non si può neanche liquidare la questione con la scusa degli spostamenti della popolazione che si verificano in ogni dove e specialmente verso il nord, perché proprio vicino a noi c’è un esempio che dovrebbe farci riflettere.

Nel 2001, infatti, il totale dei residenti in provincia di Frosinone era pari 484.589 contro i 491.431 della confinante provincia di Latina. La differenza era minima e ammontava ad appena 6.841 persone. Ebbene, al 31 Dicembre 2019 quella piccola differenza è diventata pari a 94.414 residenti, perché in provincia di Frosinone siamo passati a 485.241, ovvero appena 652 in più di vent’anni fa, mentre in provincia di Latina sono diventati 576.655! Di questi, ben 20 mila si sono stabiliti nel capoluogo, che oramai viaggia verso i 130 mila abitanti.

Sono numeri impietosi quelli che abbiamo di fronte: la situazione, per chi come noi deve guardare almeno fino al 2050, indipendentemente dal proprio destino, è oggettivamente grave.

COSA FARE?

Che bisogna fare per provare a invertire la tendenza? Anzitutto smetterla di difendere ostinatamente i pollai, perché tanto dentro le galline non ci sono più, o comunque sono diventate la metà. Poi, smetterla di fare del classismo chic, perché tutte le teste sono utili, comprese quelle che scrivono le prime tre persone singolari del verbo avere senza “h”, o magari non sanno parlare in pubblico. Ancora, smettere di sprecare risorse, energie fisiche e mentali per riuscire a buttare giù dalla torre il nemico di turno, assecondando puerili e datate brame di vendetta personale, nonché sprecando inevitabilmente tempo da dedicare al territorio. Infine, mettersi a disposizione, non come quelli che pretendono l’ultimo passaggio davanti a sette metri di porta sguarnita e non rientrano mai in difesa, bensì come mediani alla Gattuso, disposti a sacrificarsi 90 minuti più recupero in mezzo al campo per vincere la partita, indipendente da chi farà il goal decisivo. In due parole: meno paletti e più responsabilità.

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