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CRONACA

SORA IN MOVIMENTO – “Ancora una volta torna in auge monte San Casto”

Redazione Sora24
Redazione

Ancora una volta torna in auge monte San Casto. Ciclicamente questo argomento viene discusso pubblicamente, utilizzato in campagna elettorale e accolto favorevolmente dal gruppo politico che amministra. Il fatto è che questo colle di poco più di 500 metri di quota rappresenta per tutti i sorani un punto fermo. Ognuno di noi è salito almeno una volta sulla sua cima e ha visitato la fortezza che vi è stata edificata, “il castello”come è comunemente chiamato. Molte sono le persone che quotidianamente percorrono i vari sentieri fino all’edificio, per svolgere una sana attività fisica all’aria aperta prima di iniziare una tipica giornata lavorativa, per raccogliere gli asparagi selvatici quando la stagione è propizia.

Vi si trova anche una palestra di roccia che ha rappresentato l’inizio per tutti gli arrampicatori sorani. Alcuni poi si fermano al Santuario della Madonna delle Grazie, per pregare. È quindi una collina molto frequentata. Del resto non è facile trovare una collina nel centro di una cittadina da poter utilizzare come palestra a cielo aperto. Essendo cosi fortemente e pienamente vissuta dalla città è normale che venga presa a stendardo dalla classe politica. Il problema è che ogni volta che gli amministratori o i loro esperti ne parlano, riescono sempre e soltanto a vedere la carenza di strade di accesso. Chissà perché non è quello che vedono i cittadini! Certo non è facile percorrere quei sentieri, sicuramente non sono per tutti. È altrettanto vero, però, che la pace e tranquillità, per non parlare della gratificazione che si ottiene raggiungendo a piedi quei luoghi, non è la stessa che si avrebbe andandoci con un mezzo a motore.

Molti dei fautori della strada sul monte San Casto indicano dei percorsi esistenti che di volta in volta andrebbero “ripristinati”, “messi in sicurezza”, “mantenuti”. Al punto fermo della strada o della via ferrata (a volte si parla anche di cremagliera), raramente viene associato un progetto di ripristino delle opere murarie e della fortezza. Sicuramente sarebbe auspicabile un intervento che comprenda tutta la collina, ma che sia un intervento di salvaguardia! L’idea della creazione di un Parco archeologico – naturalistico che comprenda l’intera collina è da tempo nell’aria, ma non è stato mai realizzato uno studio che possa predisporre alla sua istituzione. Quello che ci si chiede è proprio questo: i tanti soldi che servirebbero per la costruzione della strada non sarebbero meglio impiegati per finanziare degli studi scientifici (storici, archeologici, geologici, di vegetazione) improntati alla realizzazione del parco? Sicuramente ne servirebbero meno.

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