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CRONACA

Speciale terremoto della Marsica: 13 gennaio 1915 ore 07.50 la tragedia (Parte Terza) Chiese e Palazzi danneggiati

Redazione Sora24
Redazione

Molto dettagliata risulta la descrizione fattane da C. Cabasino-Renda che è doveroso qui riportare: <<Ma le rovine più importanti sono quelle della chiesa di Santa Restituta che era la più centrale e quindi la più frequentata; anche per fatto che la Santa è venerata quale protrettice della città. La chiesa che era la più sontuosa di tutto il circondario, era stata riccamente abbellita anche con elargizioni municipali nel 1897 ricordando il centenario della sua costruzione. Ora essa non è più che una montagna di macerie: tutto un groviglio di colonne marmoree, di campane, di stucchi dorati, di bonzi, una montagna della quale vale la pena la penosa e pericolosa ascensione per poter poi penetrando nell’interno vedere coi propri occhi un miracolo: il simulacro della Santa, che si erge fra quelle informi rovine intatto. Non un dito delle sue mani che si ergono in atto di benedizione è spezzato; non una scalfitura sfregia la statua che, più dal debole baldacchino sembra davvero sia stata protetta da un miracolo divino e circondata dalle macerie che giungono ai suoi piedi e le si ammassano ai fianchi rimane dritta intatta sorridente e benedicente, come un simbolo dell’anima e del destino di questa gente che conserva la sua forza e la sua serenità in questa disastrosa rovina che non è riuscita a distruggerla ne ad abbatterla.>>(…)

I muri perimetrali andarono in gran parte distrutti come testimonia M. Beneduce: <<Metà quasi del muro maestro esterno del tempio e rimasto in piedi tutto all’ingiro, e tutta la gran mole è precipitata ed ha riempito questo immane bacino schiacciando circa duecento fedeli>>(…)

Passando all’interno, in primo luogo, va segnalato il crollo completo della volta (La Tribuna); restano cosi in piedi soltanto la cappella dedicata alla Santa (Il Mattino) <<Il grande arco della navata centrale del tempio, librato nel cielo>> (Beneduce) e <<L’altare maggiore, dove era il Ciborio, con la sacra Particola>> (la Tribuna)(…) Durante tali crolli i <<Fabbricati circostanti hanno persino perduto, rovesciandosi l’uno addosso all’altro, la propria caratteristica. Infatti molte facciate che non sarebbero cadute, sono state alla lor volta, sepolte dai palazzi caduti di fronte>> (Proia)(…) Nel corso dello spoglio delle carte conservate presso l’Archivio Centrale mdello Stato abbiamo individuato alcuni carteggi relativi al recupero del bel portale ad anelli concentrici che costituiva l’elemento artisticamente più significativo della con cattedrale di Sora.(…) Questo portale, oggi e stato inglobato nella facciata della nuova struttura della chiesa di Santa Restituta, e fortunatamente scampato a chi sa quale sorte (ndr)

A S. Francesco, dove risulta <<pure rovinato il lato settentrionale…che ha portato via nella sua rovina una finestra gotica del secolo III (sic)>> (Severo) I danni riportati dalla chiesa di S. Francesco e dal limitrofo convento non dovettero essere però molto rilevanti dal momento che l’edificio rinforzato con catene, ospitò temporaneamente, il preposto ed i canonici di S. Restituta (Squilla, 1978).

Mentre L’Artioli riferisce delle devastazioni subite da S. Bartolomeo, fortemente <<lesionata e minacciata dal crollo del palazzo che le sta di fronte>>(…)che poco dopo, al fine di favorire la completa realizzazione del tracciato del nuovo Corso Volsci, subirà la riduzione di parte del suo sviluppo longitudinale.(…)

Per quanto riguarda il monastero di Santa Chiara, all’epoca occupato dalle Suore di Carità, viene più volte indicato negli articoli come interamente crollato(…) con il conseguente martirio delle suore assorte in preghiera nel piccolo oratorio (la Nazione).

Passando agli edifici di culto extra urbani, le notizie riguardanti la Badia cistercense di S. Domenico posta a confine con Isola del Liri(…) documentano ingenti danni dovuti al crollo della massiccia volta interna, edificata dopo il 1855. Furono registrati danni anche ad altre strutture religiose come il Convento dei Padri Passionisti, la chiesa di Valfrancesca (ndr)

Nessuna notizia abbiamo reperito di un’altra chiesa-monastero, questa volta urbana: S. Pietro Celestino; situata sul Corso Volsci fu gravemente danneggiata dal sisma e non più ricostruita. Mentre, i danni subiti dal patrimonio artistico edilizio privato sono, in questa fase della ricerca, difficilmente enucleabili(…) degli immobili in questione, si dimostrano, infatti, le indicazioni dei crolli dei palazzi Lauri, Annoni (due oltre al già citato ex palazzo Ducale), Mobili (due), Lucarelli, Marsella, Rossi, Bastardi, Perigli, Gagliardi e della Villa Scocchera (Mango, Scarfoglio 1915).

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