Svolta nell’inchiesta sul crollo del condominio al civico 79 di via XX Settembre, all’Aquila, uno dei più gravi, nove morti, tra cui la studentessa ciociara Giulia Carnevale, con il rinvio a giudizio dei cinque indagati, contro i sette iniziali, individuati nella fase di incidente probatorio: tra loro costruttori e progettisti di un edificio sorto accanto a quello crollato. “E’ importante – dice Giulio Carnevale il papà della studentessa laureata alla memoria in ingegneria edile architettura – perché per la prima volta a L’Aquila si è riuscito a far chiarezza su un crollo dove la responsabilità non è attribuibile tanto al sisma ma bensì a una costruzione che presumibilmente ha contribuito con il proprio martellamento al crollo del palazzo. Sono veramente soddisfatto del lavoro fatto dalla magistratura. I pm hanno fatto giustizia per mia figlia e le altre 8 vittime; il capo d’imputazione è omicidio plurimo colposo, mi auguro che le nuove costruzione anche in Emilia si facciano con responsabilità. Quello che è successo a L’Aquila e in Emilia non deve più succedere, anche perché le nuove norme antisismiche sono veramente efficienti mentre spesso per superficialità o per fretta forse non vengono rispettate”.
I garage di quel nuovo fabbricato a confine dove c’era il palazzo abitato da Giulia Carnevale avrebbero indebolito l’ala nord della casa crollata in cui è deceduta la studentessa arpinate di 22 anni: questa l’ipotesi su cui hanno insistito nell’udienza preliminare, ieri, il pm titolare dell’inchiesta Fabio Picuti e le parti civili, dinanzi il gup del Tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella. A processo i costruttori Francesco Laurini, 55 anni, di Magliano de’ Marsi (L’Aquila), coamministratore della società Belvedere proprietaria e committente dei lavori, e Armido Frezza, di 64 anni, aquilano, socio di Laurini, ex presidente Ance e impegnato nella ricostruzione, Diego Scoccia di 56 anni, progettista e direttore dei lavori, Pietro Paoloni di 57, entrambi di Rocca di Mezzo (L’Aquila), anche lui progettista architettonico e direttore dei lavori ed Enrico De Cristoforo di 56 anni di Avezzano (L’Aquila), collaudatore statico.
Sono tutti accusati di omicidio e disastro plurimo colposo e lesioni gravi. In particolare Laurini e Frezza sono accusati di aver realizzato un giunto sismico tra le strutture del nuovo edificio e le strutture dell’edificio a confine, poi crollato, non rispettando la distanza minima, così da determinare il “martellamento” degli stessi, e un incremento delle sollecitazioni dei due edifici a causa del sisma. Sempre a entrambi viene contestato l’aver realizzato nel seminterrato dei box auto che hanno amplificato il moto sismico con maggiore scuotimento dell’edificio crollato. Analoghe contestazioni sono state sollevate a Scoccia e Paoloni. Infine a De Cristofaro viene contestato il non aver rilevato la non adeguatezza della posizione del giunto sismico tra i due edifici. L’udienza dibattimentale è stata fissata per l’11 gennaio 2013.
Il direttore responsabile di Sora24 – SACHA SIROLLI