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EVENTI E CULTURA

“Un tutor per amico”: alla scoperta del Liceo Classico “Vincenzo Simoncelli” di Sora

Nella cerimonia di assegnazione dei tutor alle matricole, i rappresentanti d’istituto hanno rivolto un particolare augurio agli alunni delle classi prime. (Articolo a cura della studentessa Gaia Petricca).

Redazione Sora24
Redazione

Il giorno 2 febbraio 2021, presso il cortile del Liceo Classico V.Simoncelli di Sora, si è svolta una cerimonia tesa a rafforzare i rapporti tra gli alunni delle classi prime e gli studenti delle quinte, tramite il Progetto “Un tutor per amico” che prevedeva l’assegnazione di questi ultimi come “tutor” alle rispettive matricole. L’evento, coordinato dalle docenti della Commissione Orientamento, le quali hanno provveduto a far sì che gli studenti delle sezioni A e B si disponessero, distanziati, in file parallele, è stato introdotto da un significativo discorso del rappresentante d’istituto Federico Sarrecchia, circa l’importanza di questa scuola, non solamente da un punto di vista didattico, ma soprattutto relazionale ed umano.

Il privilegio di accompagnarlo in questa avventura è toccato proprio a me, Gaia Petricca, alunna della classe 5^B: prendendo le mosse dalle parole del mio compagno, ho augurato il mio personale in bocca al lupo ad un gruppo di quattordicenni intimoriti e al contempo meravigliati di ricevere tante attenzioni, in un periodo che fa quasi dimenticare cosa significhi l’empatia. Nel mio discorso, teso a sottolineare la bellezza (spesso nascosta) del Liceo Classico, ho voluto soprattutto evidenziare come l’importanza di questa scuola si rifletta in realtà nel nostro modo di viverla e di vivere, in generale, la vita.

A dare ancora più valore alle mie parole, vi è stata poi l’effettiva assegnazione dei tutor: ogni alunno della classe quinta è stato chiamato ed assegnato alla propria matricola, dopo averle regalato un libro (generosamente offerto dalla biblioteca del liceo) ed essere stato immortalato in una foto che, spero, riuscirà a fissare quegli istanti per sempre ed a ricordarci, con il tempo, che siamo stati in grado di vedere la luce anche in un periodo tanto buio (proprio come dico nel mio discorso), e a colorarlo con tutti i nostri sorrisi. Gli insegnanti dicono che siamo noi a dover aiutare gli studenti più piccoli ogni qual volta si trovino in difficoltà, ma mentre (più coraggiosamente di quanto credessi) parlavo di fronte a tutti loro, mi rendevo conto del fatto che erano proprio i loro timidi volti a dare forza a me.

Vi chiedete quanto sia struggente l’amore? Provate a parlarne con chi sa quanto Saffo abbia sofferto nel non essere apprezzata dall’amato a causa del suo aspetto fisico; pensate che la tristezza si traduca sempre in pessimismo? Provate a confrontarvi con chi ha studiato quanto Leopardi ne abbia fatto, in realtà, un punto di forza; ritenete angosciante questo periodo di distanze forzate? Allora ammirate chi, in una soleggiata giornata di febbraio, ha tentato di accorciarle. Questa è la mia ricchezza: il Liceo Classico. Questa è la bellezza che farà sempre parte di me.

Gaia Petricca

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