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EVENTI E CULTURA

Viaggiare con Dante: i ragazzi del Liceo Classico di Sora alla ricerca dell’Infinito

Protagonisti dell'iniziativa i ragazzi del VB del "Vincenzo Simoncelli".

Redazione Sora24
Redazione

La forza della coscienza in Dante è la potenza del ricordo in Leopardi, e entrambe esistono nel passato, che è finito. Ma può essere finito quel passato che ti porta a vedere Dio e a sentire l’Infinito che ti sfiora il volto? Il dubbio legittima l’uomo, e proprio questo dubbio è stato fondamento della rappresentazione che i ragazzi del VB del Liceo Classico V. Simoncelli di Sora hanno messo in scena in occasione degli “Incontri Atinati” promossi dalla Società Dante Alighieri di Arpino.

Alla presenza della referente prof.ssa Daniela Ianni, del responsabile prof. Enrico Quadrini e della docente che ha accompagnato i ragazzi in questo viaggio, prof.ssa Barbara Abballe, gli studenti si sono esibiti negli ambienti del Centro Sociale di Ponte Melfa. Terminato il prologo esplicativo della studentessa Melissa Sabatini, una moderna presentatrice televisiva interpretata da Flaminia Venditti ha sorpreso gli alunni della Scuola Media di Atina presenti all’incontro, intervistando Dante Alighieri (Lucrezia Melcore) e Giacomo Leopardi (Alessio Mizzoni), riportati in vita dal loro pensiero e dalla forza della loro personalità letteraria.

Dopo aver viaggiato, dopo aver sognato la più grande meraviglia, dopo aver amato la vita alla follia insieme agli spettatori, come il titolo “Vivere, Itinerare, Somniare” esplica, i partecipanti, disposti a semicerchio per assistere all’intervista immaginaria, sono entrati in quell’Infinito che Dante e Leopardi hanno costruito durante l’esibizione con citazioni dalla letteratura mondiale, e che i ragazzi hanno avvalorato con citazioni dirette dell’autore della Commedia e del poeta recanatese. Alla fine, libro dopo libro, i ragazzi hanno costruito una torre alta quanto l’Infinito che hanno rappresentato.

Da quella torre di libri la coscienza e il ricordo si affacciano, forse un libro è proprio la coscienza di un ricordo. E chi sale su quella torre vivrà cinquemila anni, perché bisogna abbassare lo sguardo per vederne la sommità, perché la lettura è un’immortalità all’indietro. (U. Eco)

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