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POLITICA

Elezioni Politiche 1953: il candidato sorano al Senato c’è, ma il popolo sceglie la DC “cassinate”

Prosegue il nostro cammino nella storia politica di Sora: ecco un altro esempio, supportato come sempre dai numeri, di come la possibilità di eleggere un concittadino non sia bastata per far superare gli steccati ideologici.

Lorenzo Mascolo
Lorenzo Mascolo

Abbiamo scritto nei giorni scorsi di come nelle elezioni politiche del 1948, a Sora, i cittadini optarono in maggioranza per la Democrazia Cristiana nonostante nel Fronte Democratico Popolare (PCI + PSI) ci fosse un candidato sorano di adozione, il Dott. Giuseppe Ferri, nativo di Posta Fibreno ma trapiantato in riva al Liri fin dall’adolescenza. In quell’occasione, nella nostra cittadina la DC ottenne 5.692 voti (57,09%) contro i 2.737 (27,45%) dei Socialcomunisti (FDP) di Ferri.

Quei consensi espressi a favore del forte partito di centro italiano, tra l’altro perfettamente in linea proprio con il trend storico democristiano nella stessa città volsca, andarono poi a sommarsi agli altri 53.186 registrati nel resto del Collegio Sora-Cassino, risultando preziosi per l’elezione al Senato di Pier Carlo Restagno, che l’anno dopo divenne anche Sindaco di Cassino. La Città Martire, pertanto, si trovò ad avere, nell’importantissima fase della ricostruzione postbellica, un rappresentante politico che era allo stesso tempo sindaco e senatore, grazie un gran sostegno da parte dei sorani, perché il 10% degli elettori (quasi 5.700, un numero molto rilevante) protagonisti di quel momento chiave della storia politica locale, erano proprio di Sora. Restagno conservò la fascia tricolore di Cassino fino al 1957 e il seggio a Palazzo Madama fino al 1968, quando al suo posto venne eletto per la prima volta Ignazio Vincenzo Senese. A sua volta, il senatore sorano venne confermato nel 1972, 1976 e 1979, concludendo il suo quarto e ultimo mandato nel 1983.

È immediato, sulla base di tutto quanto appena menzionato, dedurre che nel ventennio compreso tra il ‘48 e il ‘68, grazie a un contatto “direttissimo” con il Governo ed il “gotha” della DC, la Città Martire usufruì (giustamente, viste le gravissime ferite di guerra) di un periodo di crescita superiore a quello di Sora, anche grazie a una grande disponibilità elettorale da parte dei sorani, peraltro ricambiata in seguito da Cassino con Senese. La supposizione diventa certezza quando si consulta l’archivio storico del Ministero dell’Interno e si osserva la differenza di crescita del numero di elettori tra le due cittadine nei quattro lustri in questione, che evidenzia anche una significativa crescita demografica della Città Martire rispetto al mezzo secolo precedente.

Per la Camera, ad esempio, si registrarono i seguenti incrementi:

  • CASSINO – 8.798 elettori nel 1948; 15.077 elettori nel 1968 (+ 6.279);
  • SORA – 13.508 elettori nel 1948, 15.987 nel 1968 (+ 2.479).

In altre parole Cassino, che nel 1948 era la metà di Sora, nel 1968 invece era quasi alla pari. La questione del “candidato sorano”, quindi, alla luce di questi numeri eloquenti non sembra esser stata così importante in passato, perché nella nostra città il peso della Democrazia Cristiana fu maggiore rispetto al tanto decantato “Bene di Sora”.

Lo si evince soprattutto dalle elezioni politiche del 1953, anno in cui il doppio ruolo di Restagno era già definito da tanto tempo, ma ciononostante gli elettori rimasero fedeli alla DC benché fosse stata resa nota la ricandidatura di Giuseppe Ferri con il Partito Comunista. Ancora una volta, difatti, Restagno venne eletto e il medico sorano arrivò secondo, stavolta con una performance migliore sia a livello collegiale che cittadino (complice l’assenza del PSI tra i partiti in lizza per un seggio in Senato nel nostro collegio), ma comunque secondo. Se il “Bene di Sora” fosse stato davvero al primo posto nelle menti della gente, tra falce e martello e scudo crociato non ci sarebbe stata alcuna differenza, perché le persone di Sora avrebbero votato in massa “il candidato sorano”. E invece non andò così. Di seguito i risultati di quelle elezioni alla Camera e al Senato.

Camera, 07/06/1953: Comune di Sora

Gli elettori aventi diritto erano 13.869, quelli che si recarono ai seggi invece ammontarono a 12.811 (92,37%). Le schede bianche 0 non valide (bianche incl.) furono 758. Di seguito la ripartizione dei voti 12.052 voti validi.

  • Democrazia Cristiana – 6.264 voti (51,97%);
  • Partito Socialista Italiano – 2.295 voti (19,04%);
  • Partito Comunista Italiano – 1.545 voti (12,82%);
  • Movimento Sociale Italiano – 598 voti (4,96%);
  • Partito Nazionale Monarchico – 465 voti (3,86%);
  • Partito Repubblicano Italiano – 279 voti (2,31%);
  • Partito Socialista Democratico Italiano – 222 voti (1,84%);
  • Partito Liberale Italiano – 122 (1,01%);
  • Unione Socialista Indipendente – 78 voti (0,65%);
  • Altre 9 liste – 346 voti (1,53%);
  • TOTALI 12.053.

Senato, 07/06/1953: Comune di Sora

Gli elettori aventi diritto erano 12.041, quelli che si recarono ai seggi invece ammontarono a 11.216 (93,15%). Le schede bianche 0 non valide (bianche incl.) furono 641. Di seguito la ripartizione dei voti 12.052 voti validi.

  • Democrazia Cristiana 5.591 voti (52,87%);
  • Partito Comunista Italiano 3.045 voti (28,79%);
  • Movimento Sociale Italiano 524 voti (4,96%);
  • Partito Nazionale Monarchico 487 voti (4,61%);
  • Partito Repubblicano Italiano 425 (4,02%);
  • Partito Socialista Democratico Italiano – 341 voti (3,22%);
  • Partito Liberale Italiano – 118 voti (1,12%);
  • Alleanza Democratica Nazionale – 44 voti (0,42%);
  • TOTALI 10.575.

Osservando i numeri di Sora risalenti alle politiche del 1953, il primo elemento che salta agli occhi è l’assenza (come già anticipato) della lista del PSI, a Sora come nel resto del collegio Sora-Cassino, che determinò la migliore performance del PCI di Giuseppe Ferri, attestatosi al 18,85% con 20.277 voti. A seguire, si notano quelli che diventerano i “tradizionali” mille voti della destra cittadina, in questo caso equamente distribuiti tra MSI e Monarchici. Tale quota si ripeterà in modo più o meno equilibrato nel tempo fino ai tempi del Sen. Bruno Magliocchetti, la cui candidatura del 1992 convinse quasi quattromila sorani a votare il partito di Almirante.

Dati nazionali vs dati di Sora

Nel 1953, anche a livello nazionale la Democrazia Cristiana fu il partito più votato (40,10%), sebbene in forte calo rispetto alle elezioni precedenti (1948) nelle quali raccolse il 48,51% dei consensi, pari a circa 12,7 miloni di voti. Alla base di tale flop ci fu, molto probabilmente, la nuova Legge elettorale che prevedeva l’introduzione del premio di maggioranza per la coalizione che avesse superato il 50% dei voti. La DC, infatti, concorse alle elezioni politiche del ’53 apparentandosi con il Partito Socialista Democratico Italiano, il Partito Liberale Italiano, il Partito Repubblicano Italiano, la Südtiroler Volkspartei e il Partito Sardo d’Azione.

Il risultato fu buono per la coalizione e pessimo per il forte partito di centro: alla Camera, infatti, l’obiettivo non venne raggiunto per appena 54 mila voti, perché la grande coalizione di centro si fermò al 49,8%. Di questa percentuale, però, solo il 40,1% andò alla DC, per un totale di circa 10,8 milioni di voti. In definitiva, la nuova Legge elettorale, pensata dalla DC come una soluzione che potesse produrre governi stabili senza dover ricorrere ad alleanze con i partiti di sinistra o con i monarchici e i missini, si rivelò un boomerang per la cosiddetta “Balena Bianca“.

Dopo la DC, distanziato di molti punti percentuali, ma comunque forte e radicato soprattutto in Toscana ed Emilia Romagna, si classificò il Partito Comunista con oltre 6,1 milioni di voti pari al 22,60%. A seguire, il Partito Socialista con oltre 3,4 milioni di voti pari al 12,7 %. Tirando le somme questi tre partiti, da soli, ottennero oltre tre quarti dei voti dell’intero Paese, assicurandosi 481 dei 590 seggi totali di Palazzo Chigi (263 alla DC, 143 al PC, 75 al PSI).

Da non sottovalutare i 40 seggi ottenuti dal Partito Nazionale Monarchico, fondato all’indomani della sconfitta nel Referedum repubblica vs monarchia del 2 Giugno 1946, e capace di raccogliere circa 1,9 milioni di voti pari al 6.85% del totale. Buono anche il risultato del Movimento Sociale Italiano, che ottenne circa 1,5 milioni di voti, pari al 5,84 % del totale, che fruttarono 29 seggi in Parlamento. Le forze politiche italiane di destra, pertanto, nel 1953 ammontavano a circa 3,5 milioni di voti, ovvero un buon 12% del totale.

Di seguito tutti i partiti che hanno ottenuto seggi a Palazzo Chigi. Osservando i numeri e confrontandoli con quelli di Sora, i più attenti noteranno subito la presenza di una forte componente socialista nella nostra città (non in lizza al Senato), di poco superiore al 19% ma molto più rilevante della quota nazionale (12,70%).

I risultati alla Camera e la ripartizione dei 590 seggi

  • Democrazia Cristiana 10.862.073 voti (40,10%), 263 seggi;
  • Partito Socialista Democratico Italiano 1.222.957 voti (4,51%), 19 seggi;
  • Partito Liberale Italiano 815.929 voti (3,01%), 13 seggi;
  • Partito Repubblicano Italiano 438.149 voti (1,62%), 5 seggi;
  • Partito Popolare Sudtirolese 122.474 voti (0,45%), 3 seggi
  • Partito Sardo d’Azione 27.231 voti (0,10%), 0 seggi;
  • Partito Comunista Italiano 6.120.809 voti (22,60%), 143 seggi;
  • Partito Socialista Italiano 3.441.014 voti (12,70%), 75 seggi;
  • Partito Nazionale Monarchico 1.854.850 (voti 6,85%), 40 seggi;
  • Movimento Sociale Italiano 1.582.154 voti (5,84%), 29 seggi;
  • Unione Socialista Indipendente 225.409 voti (0,83%) 0 seggi;
  • Unità Popolare 171.099 voti (0,63%), 0 seggi;
  • Alleanza Democratica Nazionale 120.685 voti (0,45%) 0 seggi;
  • Altre liste 82.886 voti (0,31%), 0 seggi;

Al Senato, invece, il blocco di centro si fermò al 48,45%, con la Democrazia Cristiana primo partito in virtù del 39,76% di consensi ottenuti (circa 9,6 milioni di voti). A seguire si classificarono il Partito Comunista Italiano con 4,9 milioni di voti pari al 20,10%, ed il Partito Socialista Italiano con circa 2,9 milioni di voti pari all’11,90%. A seguire, molto distaziate, tutte le altre forze politiche. Di seguito tutti i partiti che hanno ottenuto seggi a Palazzo Madama.

I risultati al Senato e la ripartizione dei 237 seggi

  • Democrazia Cristiana 9.660.210 voti (39,76%), 112 seggi;
  • Partito Comunista Italiano 4.910.077 voti (20,21%) 52 seggi;
  • Partito Socialista Italiano 2.891.605 voti (11,90%) 26 seggi;
  • Partito Nazionale Monarchico 1.581.128 voti (6,51%) 14 seggi;
  • Movimento Sociale Italiano 1.473.645 voti (6,07%), 9 seggi;
  • Altri gruppi 1.313.380 voti (5,41%), 14 seggi;
  • Partito Socialista Democratico Italiano 1.046.301 voti (4,31%), 4 seggi;
  • Partito Liberale Italiano 695.816 voti (2,86%), 3 seggi;
  • Partito Repubblicano Italiano 261.713 voti (1,08%), 0 seggi;
  • Unità Popolare 172.545 voti (0,71%), 0 seggi;
  • Alleanza Democratica Nazionale 165.845 voti (0,68%), 1 seggio;
  • Edelweiss 107.139 voti (0,44%), 2 seggi;
  • Aut. Aosta-Pace 16.873 voti (0,07%), 0 seggi.

Analizzando questi ultimi dati, notiamo che a Sora, sempre ricordando l’assenza del candidato del PSI nel nostro collegio, ci fu comunque un’ottima affermazione del Partito Comunista, che sfiorò il 30% contro il 20% nazionale (che però diventa 32% se si somma anche lo stesso PSI) Traduzione: furono un buon numero i sorani che guardarono oltre lo steccato dell’ideologia politica, stringendosi intorno al Dr. Ferri e probabilmente per “mandarlo” a Roma. Ma il loro impegno non bastò.

FONTE DATI: ARCHIVIO MINISTERO DELL’INTERNO

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